Riunioni organizzative precedenti al Congresso di
costituzione della Federazione Anarchica Italiana GRUPPI LIBERTARI
DELL'ITALIA LIBERATA (Alleanza Gruppi Libertari)
Riunione tenuta a Napoli nei giorni 10 e 11 settembre 1944. L'ordine
del giorno, proposto dal Gruppo di Napoli, venne confermato dopo breve
discussione e risultò così concepito:
1. Esame della situazione politica.
2. Esame della situazione sindacale.
3. Ricostituzione della organizzazione generale.
4. Stampa e propaganda.
5. Varie.
Al Convegno sono presenti le delegazioni dei Gruppi del Lazio, della
Puglia e della Lucania, oltre a compagni dell'Umbria e della Toscana.
La delegazione dei Gruppi della Calabria giunse il secondo giorno dei
lavori, a causa delle difficoltà dei viaggio. Un compagno
isolato, della stessa Calabria, ed un compagno isolato della Sicilia
arrivarono a lavori ultimati.
Nessun delegato poté giungere in tempo dalla Sardegna, ma il
movimento anarchico di questa regione fu spiritualmente presente
perché prima del Convegno si erano avuti a Napoli scambi
d'idee con compagni sardi che tornavano al loro paese.
Era giunto un telegramma da Palermo, firmato dai compagni Marchese e
Spano, nel quale si comunicava che i Gruppi siciliani avrebbero inviato
la relazione del loro Congresso, tenutosi in quei giorni a Palermo.
Si lessero varie comunicazioni inviate da Gruppi di compagni e da
singoli e lettere di adesione dei compagni Gigi Damiani da Tunisi, di
Osvaldo Maraviglia e di Armando Borghi dal Nord America.
Giunse l'adesione, da Stoccolma, dell'Association Internationale des
Travailleurs (A.I.T.). Era presente un rappresentante della C.N.T.
spagnola (Confederacion Nacional del Trabajo). Vennero approvate le
seguenti risoluzioni:
Esame della situazione politica.
I Gruppi Libertari, esaminata la situazione politica presente,
riaffermano le volontà socialiste e libertarie
dell'anarchismo come fondamento della loro azione.
1. Decidono perciò, lasciando da parte le discussioni di
dottrina, di dedicarsi da una parte a combattere lo Stato e la Chiesa
ed ogni forma o tendenza autoritaria della vita sociale, e per l'altra
a portare contributi positivi per la ricostruzione del nostro paese,
con studi e realizzazioni di libere associazioni, di gestioni
pubbliche, di gestioni collettive, tendendo con costanza alla
rivoluzione sociale, da cui deve nascere il Libero Comune ed il lavoro
senza salariato.
2. Poiché vedono la sorgente dei mali sociali nello spirito
di autorità; l'ostacolo maggiore alla ricostruzione sociale
nella mancanza di chiarezza della lotta politica; è la forza
maggiore per la lotta rivoluzionaria nell'unione di tutti i lavoratori,
sia manuali che intellettuali:
deliberano di escludere nella loro azione, sia personale che
collettiva, ogni mezzo antilibertario;
escludono la possibilità di accordi permanenti dei Gruppi
con qualsiasi partito ed associazione che non siano esplicitamente
anarchici.
3. Invitano quei compagni che si sono finora appoggiati ad altri
aggruppamenti politici a staccarsene al più presto,
affinché l'attività politica dei nostri Gruppi
risulti chiara e ben distinta, senza possibilità di
malintesi.
4. Impegnano su questo orientamento l'opera dei propri aderenti, in
attesa che dal contatto con i compagni di tutta Italia e degli altri
paesi sorga la possibilità di una più completa
precisazione program-matica.
Esame della situazione sindacale.
I Gruppi Libertari, esaminata la situazione sindacale:
considerato che l'unità sindacale propugnata dai funzionari
di Partito, autonominatisi al centro della Confederazione Generale
Italiana del Lavoro (C.G.I.L.),non è altro che la
prosecuzione dello pseudo-sindacalismo totalitario ed oppressivo del
fascismo;
considerato che i metodi antilibertari posti in atto tra i lavoratori
dai detti funzionari e dalle burocrazie sindacali ai loro stipendi, non
lasciano alcun margine per una opposizione efficace all'interno delle
organizzazioni aderenti alla C.G.I.L.;
affermano che il sindacato, come alleanza di tutti i lavoratori sul
terreno specifico del loro lavoro, non può nascere che dal
basso e dai liberi accordi e deve poter ammettere in sé
uomini e donne di qualsiasi pensiero politico, concordi nella
volontà di liberarsi dalla schiavitù del
salariato;
deliberano di costituire rapidamente, dovunque è possibile,
dei sindacati dissidenti per tutte le organizzazioni aderenti alla
C.G.I.L.;
deliberano inoltre di costituire Gruppi di Difesa Sindacalista in seno
alla Federazione della Gente del Mare, del Sindacato Portuali, del
Sindacato Ferrovieri ed in genere in tutte le organizzazioni sindacali
che restano autonome sia rispetto alla C.G.I.L. che rispetto ai
partiti, con lo scopo di vigilare per la conservazione di tale loro
indipendenza; ed incaricano i compagni Giacomo Bottino, Michele
Damiani, Cicatiello, Preziosi di funzionare di collegamento fra i
Gruppi in questo campo particolare e di avviare allo studio la
ricostituzione dell'Unione Sindacale Italiana, come libera Federazione
di Sindacati non sottoposti ad alcun controllo politico;
rimandando espressamente ad altre riunioni dell'Alleanza Gruppi
Libertari la detta costituzione, e senza escludere per questo compito
definitivo l'eventuale collaborazione con lavoratori inscritti ad altri
aggruppamenti politici.
Ricostituzione della organizzazione generale - Costituzione
dell'"Alleanza Gruppi Libertari".
I Gruppi Libertari:
riconosciuto, fuori di ogni discussione teorica, che le intese
permanenti ed organiche tra i Gruppi sono indispensabili per
l'efficacia del comune lavoro;
riaffermano a base di tali intese la autonomia dei singoli Gruppi, come
dei singoli compagni, e la volontà che la loro
collaborazione realizzi un primo saggio di società anarchica;
deliberano di costituire Alleanze Libertarie tra i Gruppi di uno stesso
Comune e tra i Gruppi di una stessa Regione, via via che
sarà possibile, per dar vita all'Alleanza dei Gruppi
Libertari, come libera Federazione dei Gruppi promotori, alla quale
potranno aggregarsi gli altri Gruppi che si verranno costituendo, man
mano che si ristabiliranno le comunicazioni con il resto del Paese,
rimandando ogni decisione programmatica circa il comune lavoro, a
quando sarà possibile una riunione plenaria dei Gruppi e dei
compagni di tutta Italia.
Stampa e propaganda.
I Gruppi Libertari dell'Italia Liberata:
rilevando che il movimento libertario è vivo in Italia di
una propria tradizione che risale agli albori della nostra vita
nazionale, e come contribuisce al nord alla guerriglia contro i
tedeschi, così vuole e può contribuire nel
mezzogiorno efficacemente alla ricostruzione degli spiriti e delle cose;
mancando finora della possibilità di diffondere in mezzo al
popolo le sue volontà di impianto e di difesa della comune
libertà;
deliberano la pubblicazione di un periodico settimanale da intitolarsi
"Volontà";
e danno mandato ai compagni Cesare Zaccaria, Giovanna Berneri, Pio
Turroni ed Armido Abbate di chiedere alle competenti
autorità la necessaria autorizzazione.
Vennero inoltre approvate le altre seguenti mozioni:
I compagni dei Gruppi Libertari incaricano Pio Turroni, Giovanna
Berneri e Armido Abbate di portare a conoscenza dei rappresentanti dei
lavoratori inglesi e americani - ora in visita in Italia - i voti
espressi sulla situazione sindacale, affinché venga ad essi
confermato che la C.G.I.L. non rappresenta i lavoratori italiani, ma
soltanto i Partiti politici che l'hanno creata, senza avere in
proposito nessun mandato dalle masse operaie e contadine.
I compagni dei Gruppi Libertari, a complemento delle proprie
deliberazioni circa la situazione sindacale:
mentre riconoscono ai compagni di Roma la facoltà di
regolare la loro azione locale secondo le esigenze della speciale
situazione romana;
li incaricano di revocare espressamente la partecipazione anarchica al
Consiglio Direttivo della C.G.I.L.
I compagni dei Gruppi Libertari:
deplorano che il compagno Bernardino De Dominicis - copiando i metodi
antilibertari dei Partiti e della C.G.I.L. - abbia arbitrariamente
scritto in nome di una supposta e per ora inesistente Unione Sindacale
Italiana,ed incaricano i compagni di Roma di comunicargli le direttive
precise deliberate in proposito dai nostri Gruppi.
I compagni dei Gruppi Libertari rivolgono un commosso pensiero a tutti
i compagni caduti in terra di Spagna per essersi battuti per il loro
ideale di libertà e di giustizia, che si impersonano nel
nome di Camillo Berneri (1) vittima del settarismo
comunista-bolscevico; a tutti i compagni che caddero sulla breccia
nella lotta contro il fascismo, che si assommano nel nome di Michele
Schirru (2); ed a tutti i compagni noti ed ignoti scomparsi in questi
anni, che si riassumono nel nome di Errico Malatesta (3), pioniere di
tutte le battaglie combattute in Italia ed all'estero per il trionfo
dell'ideale anarchico; inviano un saluto a tutti i compagni che su
tutti i fronti ancora combattono per lo schiac-ciamento totale delle
forze reazionarie, con il proposito di vedere realizzato, in un
prossimo domani, il nuovo mondo in cui tutti i popoli oppressi saranno
redenti dalla schiavitù economica e morale e vivranno alfine
nella società dei liberi e degli uguali.
CONVEGNO INTERREGIONALE DELLA FEDERAZIONE COMUNISTA
LIBERTARIA ALTA ITALIA (Milano: 23, 24 e 25 giugno 1945)
Gli ultimi mesi del 1944 ed i primi mesi del 1945 sono presi dalla
lotta partigiana che, sui monti e nelle città, stava
preparando il movimento di liberazione. I legami tra il nord e il sud,
se pur difficili, non furono mai trascurati ed erano tenuti da alcuni
militanti anarchici fra i più noti.
A misura che le condizioni possibili si presentavano, la stampa
riprendeva la sua attività, ma nel campo organizzativo, dopo
quello di Napoli, nessun altro Convegno poté aver luogo
prima della cacciata dei nazi-fascisti anche dai centri industriali del
nord, cioè fin dopo l'aprile del 1945.
Nell'Italia centrale e settentrionale, in conseguenza della lunga lotta
clandestina che vi si era svolta, l'unità delle forze
rivoluzionarie si presentava come un problema di grande importanza. In
Toscana, in Lombardia ed in Liguria, già dal 1943, si era
tentato di dare vita ad un movimento rivoluzionario che pur rispettando
le caratteristiche di ogni singolo movimento o partito, si trovasse
daccordo su un piano preciso d'azione tendente a spingere la lotta a
fondo contro il comune nemico. Se, per la verità, nulla o
ben poco, su queste basi, poté avvenire di particolare,
tuttavia uno spirito d'intesa rivoluzionaria animò, a
Milano, gli anarchici che presero parte alla lotta con le loro brigate
"Errico Malatesta" e "Piero Bruzzi", incorporate nella formazione
"Matteotti".
Conclusasi l'insurrezione e costituitesi alcune Federazioni Comuniste
Libertarie,verso la fine di giugno del 1945, e precisamente nei giorni
23, 24 e 25,si tenne a Milano il primo Convegno interregionale per
l'Alta Italia. Questo Convegno rappresentò la prima grande
presa di contatto ufficiale fra gli anarchici dei centri industriali
del nord, con l'intervento di militanti residenti anche nell'Italia
centrale.
Al Convegno aderirono le seguenti organizzazioni:
Lombardia: Federazione Comunista Libertaria Milanese (Ugo Fedeli, Mario
Mantovani, Luciano Pietropaolo, Michele Concordia, Mario Perelli,
Gaetano Gervasio, Romeo, Lia);Federazione Comunista Libertaria Lombarda
(Castiglioni); Federazione Giovanile Comunista Libertaria di Milano
(Luciano Lucchisi, Pino Bonini, Mario Castellani);Gruppo Comunista
Libertario di Legnano (Giuseppe Colombo);Gruppo Anarchico di Bergamo
(Croci);Gruppo Comunista Libertario di Erba (Giovanni Pontiggia).
Piemonte: Federazione Comunista Libertaria Piemontese (Dante Armanetti,
Corrado Quaglino, Italo Garinei, Ilario Margarita);Federazione
Anarchica Giovanile Piemontese (Mario Ronco, Edoardo Garelli, Peretti).
Veneto: Gruppo Comunista Libertario di Verona (Randolfo Vella).
Liguria: Federazione Comunista Libertaria Ligure (Emilio Grassini,
Marcello Bianconi, Vincenzo Toccafondo, Adelmo Sardini,
Nicolò Turcino, Pietro Pozzi, Vincenzo Verardo, Wanda
Lizzari);Federazione Giovanile Comunista Libertaria Ligure (Giuseppe
Verardo, Nicolò Turcino).
Toscana: Federazione Comunista Libertaria Toscana (Alfonso
Failla);Federazione Comunista Toscana di Firenze (Augusto
Boccone);Federazione Comunista Libertaria di Livorno (Alfonso Failla,
Orazio Cini, Menicaldi);Federazione Comunista Libertaria di Carrara
(Alfonso Failla, Mario Perossini, Macchiarini);Federazione Comunista
Libertaria di Piombino (Adriano Vanni).
Emilia e Romagna: Sezione di Imola della Federazione Anarchica Italiana
(Primo Bassi, Giuliano Golinelli); Gruppo Anarchico "Camillo Berneri"
di Sant'Arcangelo di Romagna (Ferruccio Girolimetti); per un gruppo di
anarchici di Piacenza: Emilio Canzi.
Marche: Federazione Anarchica Marchigiana (Attilio Santoni,
osservatore).
Arrivarono a lavori conclusi i compagni Vindice per la Federazione
Comunista Libertaria di Bologna, Vittorio Cantarelli per il Gruppo
Comunista Libertario della Spezia e Pio Turroni per l'"Alleanza Gruppi
Libertari" dell'Italia del Sud.
Erano stati posti all'ordine del giorno i seguenti temi:
1. Postulati del comunismo libertario sul terreno politico, economico e
sociale (relatori Ugo Fedeli per il Comitato organizzatore, Germinal
Concordia e la compagna Lia).
2. Organizzazione sindacale e nostra posizione di fronte al
funzionamento delle Commissioni di fabbrica, in relazione alla
gestione, alla produzione ed al consumo (relatore Gaetano Gervasio).
3. Rapporti con i Partiti sul terreno Politico, sindacale e militare
(relatore Luciano Pietropaolo).
4. Congresso nazionale (relatore Alfonso Failla).
5. Stampa e propaganda (relatori Mario Mantovani e Corrado Quaglino).
6. Movimento giovanile.
7. Varie.
Dopo il discorso di apertura tenuto da Alfonso Failla, sono chiamati a
presiedere i lavori i compagni Ugo Fedeli e Randolfo Vella.
Fedeli,nella sua relazione afferma che il movimento anarchico non
è nato ieri, alla vigilia dell'insurrezione, ma ha radici
profonde nella storia. Le ragioni che lo portarono alla sua
differenziazione dal movimento socialista generico, permangono tuttora.
Il suo atto di nascita, come movimento, lo troviamo nella Prima
Internazionale e particolarmente - in Italia - dopo il 1870 e lo
schiacciamento della Comune. Il contrasto fra il socialismo autoritario
e quello libertario si accentuò quando il regime
parlamentare, affermatosi in Germania, destò grandi
speranze. I primi successi ottenuti dai socialdemocratici nelle
elezioni al Reichstag crearono l'illusione che senza grandi scosse,
né una profonda rivoluzione, si sarebbe potuti arrivare allo
Stato socialista per mezzo di una legislazione appropriata. Fu sotto la
pressione di questo parlamentarismo accomodante ed accomodantesi che
l'ideale socialista andò spogliandosi delle sue
caratteristiche primitive e si andò così verso la
inevitabile scissione. Da una parte si trovarono i sostenitori dei
principî del federalismo, dall'altra quelli della
concentrazione dei poteri. Non vi fu più
possibilità di intesa fra i sostenitori del Comune Libero e
coloro che propugnavano l'autorità paterna dello Stato, fra
l'unione libera delle masse popolari ed il miglioramento delle attuali
condizioni capitalistiche per mezzo della legislazione.
Il Comunismo Libertario, nato da questo dissidio, è sempre
stato profondamente rivoluzionario, perché la storia ha
sempre dimostrato che solo con la rivoluzione può eliminarsi
lo squilibrio fra il progresso tecnico e scientifico e il progresso
sempre più lento delle istituzioni politico-sociali.
È dunque una posizione di lotta quella dei libertari. Ma per
lottare e riuscire nella lotta è indispensabile avere non
solo le idee chiare ma anche gli strumenti che potenzino questa stessa
lotta. Questo strumento è l'organizzazione. Noi dunque
avanti tutto dobbia-mo creare, dobbiamo possedere quella organizzazione
che possa potenziare tutta la nostra opera e la nostra azione.
Un'organizzazione quale oramai una certa esperienza ci indica come la
più valida, e cioè una organizzazione libertaria
e decentralizzata, che consenta ai suoi aderenti di rafforzare lo
spirito d'iniziativa e di non accettare supina-mente quanto venga loro
imposto dall'alto. Certo, questo non vuol nemmeno dire che una data
organizzazione è efficace solo se è
interior-mente divisa e suddivisa in tante tendenze quanti sono i suoi
aderenti.
La relazione terminava con l'invito a tutti i militanti di mettersi al
lavoro per gettare le basi di una organizzazione capace di potenziare
la nostra opera di propaganda e la nostra azione.
Seguirono le relazioni di Concordia,che parlò dell'opera
svolta dai comunisti libertari nel periodo clandestino e durante
l'insurrezione del 25 aprile, della compagna Lia,di Gervasio, di
Pietropaolo,di Mantovani,di Corrado Quaglino,che prospettò
l'utilità di un nostro quotidiano, e di Alfonso Failla.
Ecco ora le risoluzioni approvate:
Organizzazione sindacale.
Il Convegno delle Federazioni Comuniste Libertarie Alta Italia:
riconosciuta la necessità contingente della unità
sindacale; riconosciuta pure la necessità della nostra
partecipazione al movimento sindacale; invita tutti i compagni d'Italia
ad interessarsi attivamente al movimento stesso, partecipando alle
Commissioni interne, ai Consigli di fabbrica, ecc., allo scopo di poter
imprimere alle masse operaie le nostre direttive e divulgare fra le
stesse i nostri principi libertari.
Rapporti con i C.L.N.
Il Convegno delle Federazioni Comuniste Libertarie Alta Italia:
considerando che nel periodo cospirativo la presenza dei Comunisti
libertari, sia nelle formazioni partigiane di montagne e
città, come nel Comitato Liberazione Nazionale (C.L.N.),ha
impresso all'opera degli stessi un andamento più democratico
e rivoluzionario; considerando che nonostante la caduta del fascismo,
l'impalcatura capitalistica e monarchica - sostenuta dal Comando
militare alleato - non è stata neppure intaccata, e che
perciò la lotta antiborghese deve continuare più
intensa sfruttando tutte le possibilità che si presentano;
delibera di lasciare libertà d'azione alle Federazioni che
già hanno inviato dei compagni nel C.L.N. con fini
rivoluzionari. Incarica inoltre il Consiglio della Federazione Alta
Italia di entrare in contatto col C.L.N. Alta Italia,
affinché sia assicurato il diritto ai nostri compagni di
entrare in tutti quei Comitati ove il nostro ingresso sia ritenuto
necessario ed utile ai fini del controllo e della preparazione
rivoluzionaria.
Congresso nazionale.
Il Convegno delle Federazioni Comuniste Libertarie Alta Italia - udite
le proposte del compagno Failla - decide di indire, d'accordo con i
compagni della Federazione Comunista Libertaria di Carrara, per il 15
settembre p. v., in Carrara stessa, il Congresso nazionale.
Stampa e propaganda.
Il Convegno ecc., approva la relazione del compagno Mantovani e
consiglia alla nostra stampa di tener conto dei criteri seguenti:
1. Sincronismo dei concetti che devono esprimersi sui problemi vitali.
2. Destinare la nostra stampa alla penetrazione nelle masse popolari e
non farne degli organi riservati ai già convinti.
3. Centralizzare le edizioni di opuscoli e libri nelle
località dove vi siano compagni capaci e condizioni di minor
costo.
Per il quotidiano.
Il Convegno ecc., udita la relazione del compagno Quaglino, riconosce
la necessità di dare vita al più presto
all'iniziativa di dotare il movimento anarchico di un giornale
quotidiano e ritiene possibile trovare i fondi necessari; invita i
compagni del Comitato coordinatore di assumersi l'incarico di lanciare
la proposta e le liste di sottoscrizione per raccogliere i primi fondi.
Per quanto riguarda il movimento giovanile viene decisa, fra i giovani
presenti, una riunione a parte per l'esame dei loro particolari
problemi.
Il Convegno si interessò infine dei compagni ancora profughi
all'estero, desiderosi di rientrare, ma impossibilitati a farlo a causa
degli intralci posti dalle autorità alleate e anche da
quelle italiane. Si ricorda in particolare il compagno Gigi Damiani (4)
che si trova in Tunisia e non viene autorizzato a rientrare in Italia,
per cui è stato chiesto al governo Parri l'intervento per
ottenere il rimpatrio.
CONVEGNO GIOVANILE
Nel Convegno giovanile, al quale presero parte attiva i compagni delle
Federazioni Giovanili di Milano, di Torino e della Liguria, con
interventi di Lucchisi, Ronco, Garelli, Turcino, Peretti e della
giovanissima Giovannina Gervasio,fu decisa la fondazione della
"Federazione Giovanile Comunista Libertaria Alta Italia".
Fu deciso di aderire al "Fronte della Gioventù" per cercare
di costituire nel suo seno un vero fronte rivoluzionario.
Fu anche deliberata la costituzione di "Centri di Studi sull'Anarchia",
su base regionale, per stringere rapporti di intesa più
profonda fra giovani ed anziani e far presente a questi ultimi la
visione dei giovani nel campo culturale e sui problemi dell'anarchia.
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