"Noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza." (E. Malatesta)
Riunioni organizzative precedenti al Congresso di costituzione della Federazione Anarchica Italiana (1944-1945)

IL CONGRESSO NAZIONALE DI CARRARA
(Teatro Verdi - 15,16, 17, 18 e 19 settembre 1945)

foto primo congresso

Il Congresso che si doveva tenere a Carrara assumeva una particolare importanza sopratutto per il momento in cui era stato indetto e per la situazione estremamente difficile nella quale doveva svolgersi.

La situazione aveva due speciali aspetti: era estremamente rivoluzionaria da una parte e caotica dall'altra. Il caos era dovuto alle terribili distruzioni portate dalla guerra che negli ultimi due anni era passata su tutto il paese e lo aveva completamente distrutto.

Al Congresso di Carrara spettava un compito difficile perché doveva affrontare tutti i problemi riguardanti la ripresa del movimento e possibilmente prospettare una soluzione per i problemi rivoluzionari.

Ogni compagno avrebbe dovuto dire quanto aveva fatto e come lo aveva fatto, e in particolare come aveva saputo resistere e come aveva contribuito a vincere il fascismo. Era poi compito di tutti trarre le conclusioni necessarie perché la ripresa delle lotte divenisse più attiva e sopratutto più rispondente alle necessità del momento.

Un movimento che vuol continuare a vivere deve avere davanti a sé un compito preciso da assolvere ed una meta da raggiungere.

Si parlava di comunismo libertario, di comunismo anarchico, perché era chiaro a tutti che non vi può essere comunismo senza libertà, e dovevamo rifarci alle linee classiche dell'anarchismo, a quei programmi così chiaramente indicati dai nostri maggiori teorici e dai più noti assertori delle idee anarchiche.

Ma non era più sufficiente accennare al fine, era anche indispensabile porre il mezzo per la sua realizzazione in modo che fra il fine e il mezzo non ci fossero contraddizioni.

Vi era anche molto vento di fronda. Mai come in quei momenti grosse masse si erano avvicinate al Movimento anarchico e ciò aveva suscitato in qualcuno il desiderio di entrare nella lizza politica anche per la porta elettoralistica. Ed uno dei problemi che dovevano essere chiariti era appunto questo: accettare gli accorgimenti elettoralistici, oppure premere per una più decisa azione rivoluzionaria.

Un altro problema importante era ricordare che non tutto incomincia "dopo" la rivoluzione, né che a questo "dopo" si potevano rimandare le soluzioni di tutte le questioni.

Bisognava saper indicare la strada precisa e chiara da seguire subito, mentre stava maturando la rivoluzione, o quella situazione rivoluzionaria, che avrebbe potuto portare al rinnovamento di tutta la vita sociale, mentre si forgiavano le armi atte ad avviare l'azione verso le realizzazioni più importanti. D'altra parte, mentre ci si preparava all'azione più ampia, non bisognava dimenticare la piccola lotta quotidiana per la conquista del pane. La gente soffriva la fame e difficile era trovare il pane.

Il Congresso indetto a Carrara era chiamato ad indicare possibili soluzioni, soprattutto doveva risolvere i problemi più urgenti, non da romantici, ma da rivoluzionari ai quali stava a cuore la riuscita e l'affermazione del Movimento. Dalla riunione di Carrara doveva uscire una affermazione, non da sopravvissuti contemplatori tristi delle rovine causate dal tempo e dalle violenze, ma da continuatori, depositari di un'idea che vive e che è ricca di linfa umana.

In quella occasione qualcuno ricordò la famosa frase di Giuseppe Mazzini: "Ciò che voi non farete, altri lo faranno senza di voi, contro di voi". Era un richiamo alla realtà alla quale si doveva guardare, come ad una valida piattaforma per nuovi slanci.

Questo doveva essere e fu il Congresso di Carrara.

Erano presenti le seguenti Federazioni ed i seguenti Gruppi:

Piemonte: Federazione Anarchica Piemontese (Italo Garinei, Ilario Margarita, Corrado Quaglino).

Lombardia: Federazione Comunista Libertaria Lombarda (Ugo e Clelia Fedeli, Germinal Concordia, Luciano Pietropaolo, Mario Mantovani, Mario Perelli); Federazione Comunista Libertaria di Cremona (Titta Foti, Vietti, Bonetti); Gruppo Libertario Briantese (Attilio Vella); Gruppo Libertario di Bellagio (Giorgetti).

Veneto e Venezia Giulia: Federazione Comunista Libertaria Veneta (Randolfo Vella, Giuseppe De Luisi); Gruppo Anarchico della Venezia Giulia (Umberto Tommasini).

Liguria: Federazione Comunista Libertaria Ligure (Emilio Grassini, Marcello Bianconi, Vincenzo Toccafondo, Virgilio Mazzoni, Elio Caviglia, Carlo Quintili, Vittorio Barazzoni, Adelmo Sardini); Federazione Giovanile Comunista Libertaria Genovese (Bartolomeo Lagomarsino, Edgardo Tornato); Gruppo Femminile Ligure (Wanda Lizzari); Federazione Comunista Libertaria de La Spezia (Vittorio Cantarelli, Mario Fontani, Sebastiano Bellestri); Gruppo Anarchico "Malatesta" de La Spezia (Antonio Reciputi); Gruppo "Germinal" di Sarzana (Ugo Boccardi).

Toscana: Federazione Comunista Libertaria di Massa-Carrara (Ugo Mazzucchelli; Mario Perossini, Stefano Vatteroni, Romualdo Del Papa); Gruppi Anarchici Giovanili dell'Apuania (Giovanni Perossini, Bruno Lami, Ivano Vitti, Conserva); Gruppo Anarchico di Montignoso (Giuseppe Raffaelli); Federazione Comunista Libertaria di Livorno e Gruppo Giovanile di Livorno (Enzo Tognotti); Gruppo Anarchico "Pietro Gori" di Livorno (Alfonso Failla); Gruppo Anarchico "Malatesta" di Livorno (Catini, Antolinelli); Gruppo Anarchico "Filippetti" di Livorno (Penco); Gruppo Sindacale Libertario di Livorno (Virgilio Recchi, Antolinelli); Gruppo "Cittadini del Mondo" di Livorno-Ardenza (Amedeo Boschi, Augusto Consani); Gruppo "Gilberto Catarsi" di Livorno-Montenero (Lionildo Biasci); Gruppo "Pietro Gori" di Castagneto Carducci (Ottorino Bussotti); Gruppo "Alba dei Liberi" di Campiglia Marittima (Bruno Coscini); Gruppo "Alba dei Liberi" di Cecina (Bibbano); Federazione Libertaria di Piombino (Adriano Vanni, Bruno Coscini, Apuleio Mariotti, Clara Trosinelli); Federazione Libertaria di Empoli (Oscar Giovannelli, Oreste Masi); Federazione Comunista Libertaria di Pistola (Egisto Gori, Alfredo Gori, Dino Gori, Tito Eschini, Mario Eschini, Ezio Domenichini); Gruppi Anarchici di Firenze (Ezio Puzzoli, Augusto Boccone, Castellani); Gruppo "Pietro Gori" di Volterra (Bruno Coscini); Gruppo "Pietro Gori" di Santa Croce sull'Arno (Renato Torricchi); Gruppo "Pietro Gori" di Figline Valdarno (Attilio Sassi, Alfonso Manzuoli).

Emilia e Romagna: Federazione Comunista Libertaria Bolognese (Armando Masetti, Antonio Scalorbi); Federazione Comunista Libertaria Modenese (Bianchi, Panini, Longobardi); Federazione Comunista Libertana Ferrarese (Remo Tartari); Federazione Anarchica Italiana, sezione di Imola (Andrea Caddoni, Giuliano Golinelli); Federazione Anarchica Romagnola (Pio Turroni, Attilio Bazzocchi); Gruppi Giovanili della Romagna (Nevio Bazzocchi); Gruppo Anarchico "C. Berneri" di Sant'Arcangelo di Romagna (Ferruccio Girolimetti).

Lazio: Federazione Comunista Libertaria Laziale (Renato Gentilezza, Pietro Rossi); Federazione Comunista Libertaria Romana (Adolfo Pesce); Gruppo "Spartaco" di Roma (Carlo Andreoni, Bruno Valeri, Edoardo Ballarini); Gruppo Anarchico "Pietro Gori" di Civitavecchia (Ivan Aiati).

Umbria: Gruppo "Malatesta" di Perugia (Titta Foti).

Marche: Federazione Anarchica Marchigiana (Titta Foti, Sergio Sabatini, Savino Salvini, Luigi Petrelli, Filippetti); Gruppo Anarchico di Porto Civitanova (Nicola Recchi).

Campania: Alleanza Gruppi Libertari Campani (Cesare Zaccaria, Giovanna Berneri, Giliana Berneri, Giuseppe Sallustro, Emanuele Visone); Gruppo Libertario di Napoli-Centro (Cesare Zaccaria).

Puglie: Federazione Gruppi Libertari Pugliesi (Michele Damiani, Nicola Lariccia); Gruppo Sindacalista Libertario di Andria (Bernardino De Dominicis).

Calabria: Gruppo Anarchico "Bruno Misefari" di Reggio Calabria, Gruppo Anarchico "Pietro Gori" di Cosenza, Gruppo Anarchico "Pensiero e Volontà" di Catanzaro, Gruppo Anarchico "Pietro Gori" di Paola, Gruppo Anarchico "Errico Malatesta" di Palmi , Gruppo Anarchico "Gino Lucetti" di Spazzano Grande, Gruppo Libertario di Cinquefrondi (Nino Malara, Giacomo Bottino, Luigi Sofrà).

Sicilia: Gruppo Anarchico "Pietro Gori" di Messina (Vincenzo Mazzone); Gruppo Anarchico "Michele Bakunin" di Messina (Gino Cerrito).

Sardegna: Gruppo Anarchico di Cagliari (Bernardino De Dominicis).

Per il settimanale anarchico "Umanità Nova" che aveva ripreso, a Roma, le pubblicazioni, erano presenti i suoi redattori Renato Gentilezza, Cesare Ciciarelli, Giovanni Forbicini, E. Morroni.

A titolo personale parteciparono al Congresso Luigi Marianelli di Peccioli (Pisa) e Antonio De Marco di Avellino.

Prima di iniziare i lavori del Congresso, Romualdo Del Papa, di Carrara, dà la parola a Sandro Pertini, segretario del Partito Socialista di Unità Proletaria, che porta l'adesione e il saluto del suo partito al Congresso, affermando che fra il movimento socialista e il movimento libertario vi è l'affinità dell'uguale amore per la libertà. Successivamente Carlo Andreoni, direttore del periodico "Il Partigiano" (trasformatosi recentemente nell'"Internazionale") porta il saluto dell'Unione "Spartaco", di Roma, dichiarando che il movimento da lui rappresentato si trova molto vicino al movimento libertario tanto per le idee, quanto per i metodi.

Ai due oratori risponde, per i congressisti, Alfonso Failla. Si procede quindi alla nomina della presidenza e vengono chiamati a farne parte: Romualdo Del Papa, Ugo Fedeli di Milano e Bernardino De Dominicis di Roma. Viene data lettura delle numerose adesioni pervenute a mezzo lettere e telegrammi. Il Movimento Comunista d'Italia - formato da dissidenti del Partito Comunista Italiano - ha inviato il seguente messaggio: Ai compagni anarchici del Congresso di Carrara il Movimento Comunista d'Italia manda un fraterno saluto. I compagni anarchici che nello spirito della vera collaborazione contro i comuni nemici si sono uniti a noi superando le divergenze di principio, conoscono la nostra sincerità e la nostra purezza per accettare gradito questo saluto. Forse, dalle tristi esperienze recenti nelle quali un retaggio di settarismo e di intolleranza ha tentato di scavare un abisso fra comunisti e anarchici, questa è la prima volta, dal tempo della Comune del 1871, che si può riascoltare un linguaggio di comprensione scambievole, che superando ogni miseria intellettualistica, sui campi di battaglia ritrova lo scopo principale nell'odio comune contro la tirannia. Voi, per quelle possibilità che avete di vivere incontaminati fra il popolo, siete gli unici che potete farvi ascoltare dal popolo, senza mettere fra voi e lui uno spirito politico che egli ancora non può comprendere. Seguitate ad essere i missionari della libertà, non vogliate essere i pastori e i capi. Compagni anarchici, troppo grande è il peso del vostro passato perché voi possiate scrollarlo dalle vostre spalle. Siategli fedeli. L'umanità di domani ve ne sarà riconoscente (5).

Si iniziano quindi i lavori del Congresso. Dopo un'ampia discus-sione viene deciso che su tutte le questioni di principio le deliberazioni verranno prese alla unanimità. In caso di dissensi sostanziali si procederà alla nomina di commissioni, le quali, tenendo conto dei diversi punti di vista, formuleranno conclusioni alle quali tutti i congressisti potranno dare il loro consenso. Votazioni a maggioranza e minoranza verranno fatte soltanto per questioni tecniche e di procedura.

Quindi, da parte di alcuni compagni, venne richiesto un ampliamento dell'ordine delle materie da discutersi, a modificazione di quello formulato dal Comitato coordinatore.

Dopo breve discussione, la commissione nominata a questo proposito, facendosi interprete dei diversi pareri, stabilisce il seguente ordine del giorno:

1. Organizzazione del Congresso;

2. Nostra posizione nella lotta politica;

3. Azione libertaria nella rinascita del Paese;

4. Azione sindacale e cooperativa;

5. Organizzazione locale e nazionale del movimento;

6. Movimento giovanile;

7. Stampa;

8. Relazioni internazionali;

9. Le nostre vittime politiche;

10. Varie.

Vennero approvate le seguenti mozioni:

Rapporti con i partiti politici e con la massoneria.

I Delegati dei Gruppi deliberano:

è escluso qualsiasi accordo permanente tra il nostro Movimento e i vari Partiti politici e la Massoneria, ed è del pari escluso che si possa partecipare al nostro Movimento restando iscritti ad un Partito od alla Massoneria.

Sono pure esclusi accordi permanenti con le organizzazioni da essi controllate, tipo Fronte della Gioventù, Unione Donne Italiane e simili.

L'intransigenza resta la regola della nostra azione politica, pur mantenendoci sempre disposti ad intese locali e temporanee con elementi di qualsiasi Partito o di nessun Partito per determinati e chiari scopi comuni.

Consigli di gestione.

I Delegati dei Gruppi,

constatato che i Consigli di gestione tentano di far risorgere l'idea della collaborazione paritaria fra capitale e lavoro, che era il nocciolo del corporativismo fascista,

deliberano: il nostro Movimento rifiuta ogni appoggio a tali illusioni di politici e burocratici egualmente incompetenti per i problemi del lavoro; ed afferma invece, in via costruttiva, la costituzione di Comitati di soli lavoratori (manuali ed intellettuali associati) che, in modi molteplici, secondo le possibilità locali, preparino sia nell'industria che nell'agricoltura industriale, la volontà e la capacità per la gestione diretta delle singole aziende e nella piccola agricoltura ed industria mostrino in pratica i vantaggi dell'associazione agli artigiani ed ai coltivatori, mezzadri e affittuari o proprietari, senza centrali e senza burocrazie.

Rapporti con i C.L.N.

I Delegati dei Gruppi deliberano:

il nostro Movimento prende una netta posizione contro i C.L.N., escludendo per l'avvenire ogni partecipazione nostra, tanto a quelli di città e di regione come a quello nazionale. L'eventuale collaborazione con i C.L.N. di azienda o di quartiere e con altre simili associazioni locali, per quanto anch'esse siano falsate dalla costituzione basata sui Partiti, è ammessa quando sia localmente ritenuta utile, a condizione che non conduca a partecipare ai superiori C.L.N. politici e sia la genuina espressione della massa lavoratrice. Nelle località in cui i nostri Gruppi partecipano ai C.L.N. si lascia libertà ai singoli Gruppi di uscirne nel momento più propizio per il nostro Movimento.

La Costituente.

I Delegati dei Gruppi,

constatato che l'agitazione per la Costituente è un altro tentativo dei politicanti per asservire il popolo lavoratore a nuove forme di Stato che saranno comunque nemiche;

rifiutano ogni collaborazione alla campagna elettorale per la Costituente e ripudiano, anche in questo caso, l'uso della scheda e della delega di potere con cui il popolo forgia la prima maglia della sua stessa catena; riaffermano i metodi specificamente anarchici della lotta politica, cioè la libera iniziativa locale e l'azione diretta, come uniche vie perché il popolo lavoratore ritrovi la sua volontà di combattere; s'impegnano di attivarsi in questo senso tra il popolo, contro la monarchia, contro la reazione che si arma dietro le quinte, contro gli interessi che già si coalizzano attorno ai progetti di nuove costituzioni, e incitano i lavoratori ad agire all'infuori dei capi per conquistare sul piano rivoluzionario la loro effettiva libertà; affermano, per i compagni e per gli avversari, che il nostro Movimento vigila sulla situazione politica, mantenendosi pronto alle decisioni richieste da tutte le eventualità.

Rapporti con la Chiesa.

I Delegati dei Gruppi,

constatato che la Chiesa, con tutte le sue camuffate espressioni politiche, con il suo continuo inserirsi nella lotta politica, dove la troviamo ferocemente nemica, tende a perpetuare nel popolo lavoratore uno stato di soggezione e di oscurantismo che ostacola fortemente la sua elevazione morale e materiale; richiamandosi ai principî elementari e fondamentali della libertà di coscienza;

deliberano: di intensificare la lotta contro la Chiesa, pur rispettando la libertà del credente sincero, e di dissipare l'equivoco radicale della proclamata separazione tra la Democrazia Cristiana e la Chiesa; di protestare energicamente, e con tutti i mezzi, contro l'introduzione dell'insegnamento religioso obbligatorio nelle scuole, che offende il principio della libertà di pensiero e di coscienza; di fare appello a tutti i liberi pensatori perché la laicità della scuola, conquista del principio del nostro secolo e che ha conosciuto il martirio di Francisco Ferrer, continui ad essere la norma del nostro insegnamento.

Movimento sindacale.

I Delegati dei Gruppi,

constatato che la C.G.I.L. persiste, aggravandola, nella tendenza alla centralizzazione già dimostrata nel passato, mentre l'attuale unità fittizia e puramente formale delle classi lavoratrici maschera la realtà del monopolio di alcuni Partiti, legati da un patto di collaborazione politica con forze tradizionalmente reazionarie e conservatrici, e vincolati al Governo; talché l'azione di difesa e di emancipazione del proletariato viene intralciata e spesso resa impossibile dalle ragioni della politica di compromesso, alla quale i funzionari dei Partiti ispirano la loro condotta nel campo sindacale; ritenuto che è essenziale di ricondurre al più presto l'organizzazione sindacale non solo alla sua funzione di accentuata e di intransigente difesa degli interessi contingenti dei lavoratori, ma soprattutto al suo compito di preparare e condurre il proletariato all'emancipazione totale dalla schiavitù padronale e capitalistica e da ogni soggezione dello Stato;

deliberano di partecipare attivamente alle lotte operaie, pur sapendo che queste non esauriscono il nostro compito; e per rendere più efficace questo lavoro ritengono indispensabile la costituzione di un Comitato Sindacale di coordinazione che colleghi l'opera dei Gruppi di difesa sindacalista già esistenti e ne promuova l'ampliamento e la diffusione. Questo allo scopo di risvegliare negli organizzati la conoscenza dei fini classisti dell'organizzazione sindacale e il criterio che deve presiedere all'organizzazione stessa, fondato sull'autodeter-minazione dei lavoratori, attraverso la libera elezione e la revocabilità di tutte le cariche sindacali; nella certezza che la libera volontà dei lavoratori stessi non potrà non esprimersi se non nel senso di realizzare l'effettiva unità rivoluzionaria dei lavoratori, al fine ultimo dell'abbattimento del regime capitalistico che ha nello Stato il proprio naturale presidio.

Costituzione della "Federazione Anarchica Italiana" e direttive per la organizzazione dei Gruppi e delle Federazioni.

I Delegati dei Gruppi,

considerata la ovvia necessità di stabilire le forme ed i modi per il lavoro associato, senza di che l'azione comune non avrebbe alcun peso nella lotta politica, ritenuto che tale organizzazione di lavoro deve dimostrare l'alta vitalità del movimento e l'alta efficienza conseguibile con metodi libertari, come contrapposto alla inerzia di fondo ed ai risultati soltanto apparenti caratteristici dei Partiti che fondano la loro organizzazione sulla gerarchia, la disciplina, l'ubbidienza; certi della possibilità d'impianto d'una molteplicità d'assemblee, da cui derivare la rete di liberi contatti permanenti che rispettando l'autonomia dei compagni e dei Gruppi singoli assicuri la coordinazione dei loro sforzi, sulla base di impegni ampiamente discussi e liberamente accettati;

deliberano la costituzione della "Federazione Anarchica Italiana" e s'impegnano ad attivarsi, ciascuno nella propria località, secondo le direttive di massima seguenti:

1) Gruppi anarchici poco numerosi, costituiti inizialmente da nuclei di compagni che si conoscano bene l'un l'altro. Ogni nuovo ammesso al Gruppo sia introdotto e garantito da due compagni noti.

2) Gruppi libertari, aperti ai simpatizzanti, ma con la partecipazione di compagni di provata maturità politica e fede anarchica, designati all'incarico per le loro attitudini particolari e che potranno agire in seno ai vari Gruppi (Circoli di Studi Sociali, Gruppi Sindacali Libertari, Nuclei Libertari di azione diretta, Gruppi Libertari anticlericali, Circoli Sportivi Libertari, Gruppi Libertari Giovanili, ecc.).

3) Federazione Comunale che collega tutti i Gruppi costituiti sul territorio di uno stesso Comune e alla quale si aggregano i compagni di località vicine in cui non esistono Gruppi.

4) Federazione Regionale, che collega tutti i Gruppi costituiti sul territorio di una stessa Regione, alla quale si aggregano i compagni di località in cui non esistono né son prossimi Gruppi.

5) Federazione Nazionale, che collega tutti i Gruppi italiani. Senza nessun potere di comando, senza nessuna dipendenza gerarchica, ciascuna associazione, come ciascun compagno, conservando intatta la loro piena autonomia, concordano nel fatto che tutte le decisioni impegnanti ad agire devono essere prese nelle Assemblee.

6) Assemblea dei compagni di ciascun Gruppo: si riunisce ogni settimana a giorno fisso.

7) Assemblea dei Delegati di Gruppo di ciascuna Federazione Comunale: si riunisce ogni mese a data fissa.

8) Assemblea dei Delegati di ciascuna Federazione Regionale: si riunisce ogni tre mesi, ciascuna riunione fissando la data della convocazione successiva.

9) Assemblea dei Delegati delle Federazioni Regionali di tutta Italia: si riunisce ogni sei mesi, ciascuna riunione fissando la data della convocazione successiva.

10) Assemblea dei delegati di Gruppo di tutta Italia (Plenum Nazionale): si riunisce una volta l'anno fissando ogni volta la data della sua convocazione successiva. I delegati di Gruppo, come i delegati delle Federazioni Regionali, sono nominati di volta in volta: nessun incarico è permanente. Essi sono tenuti ad esporre le opinioni e gli orientamenti collettivi del loro Gruppo (o Federazione), pur avendo un ragionevole grado di libertà per adeguare tali orientamenti a quelli affini di altri compagni. Sempre che sia possibile, le assemblee cercheranno di giungere a voti unanimi, ciascun compagno persuadendosi un poco delle diverse opinioni esposte dagli altri.

11) Le Assemblee di Gruppo (o di Federazione) nominano, in genere una volta l'anno, le loro "Commissioni di Corrispondenza" di 3 compagni ciascuna: con incarico esclusivo di assicurare i contatti e convocare le riunioni straordinarie ove occorra; e i loro Amministratori, depositari dei fondi comuni di cui devono dar conto ogni trimestre all'Assemblea. Ogni sei mesi viene rinnovato uno dei componenti della Commissione di Corrispondenza, a rotazione. La Commissione di Corrispondenza della Federazione Nazionale prende il nome di Consiglio Nazionale.

12) Per incarichi speciali (azione sindacale, difesa, agitazioni particolari, stampa, studi contingenti, ecc.) le Assemblee delegano caso per caso gruppi di 3 o più compagni preparati per il compito, con criterio di includervi in genere anche un giovane perché si formi esperienza del comune lavoro. Ogni sei mesi le stesse Assemblee rinnovano uno dei componenti, se l'incarico ha durata maggiore.

13) In qualunque momento l'incarico affidato ad un compagno è revocabile, per decisione della Assemblea che lo ha designato, su proposta di qualche compagno del Gruppo (o di qualche Gruppo della Federazione).

14) Nessun incarico è permanente: e nessun incarico autorizza a dare disposizioni per l'azione di compagni o di Gruppi, salvo casi d'eccezione in cui ciò sia espressamente deciso dall'Assemblea.

15) Tutti gli incarichi sono affidati a volontari, senza nessun compenso; non esistono funzionari.

16) In casi speciali, è ammesso che un compagno sia chiamato a dedicare tutto il suo tempo al Movimento per un periodo determinato: in tal caso gli verrà corrisposto un salario non superiore al salario medio dei lavoratori della Regione.

17) I Gruppi e le Federazioni potranno denominarsi "Anarchici" o "Libertari" a loro scelta. La Federazione Nazionale si denomina "Federazione Anarchica Italiana".

18) È lasciata libertà alle Federazioni Regionali di distribuire tessere ai militanti, qualora lo desiderino. In caso di spostamento di sede di un compagno il suo Gruppo provvederà a munirlo di lettera di presentazione.

19) I Gruppi e le Federazioni potranno, quando lo ritengano utile, fornirsi di una bandiera come mezzo di riconoscimento pubblico e collettivo. La bandiera sarà rossa e nera con divisione diagonale secondo il disegno che sarà fornito su richiesta dai Consiglio Nazionale.

20) Non sono stabilite contribuzioni fisse. In ogni Assemblea, di Gruppo o di Federazione, un compagno o più compagni delegati a questo ufficio raccoglieranno le offerte volontarie di tutti i presenti, da ciascuno secondo le sue possibilità, e le verseranno all'Amministrazione.

Mozione sulla stampa.

I Delegati dei Gruppi, discusso ampiamente il problema della stampa periodica del Movimento, deliberano che tutti i settimanali e quindicinali in corso di pubblicazione assumano una chiara e costante linea politica secondo le deliberazioni del Congresso e che pubblichino in testata la sigla F.A.I. della nostra organizzazione nazionale; decidono la pubblicazione di un Bollettino Interno della F.A.I. a cura del suo Consiglio Nazionale, destinato alla discussione interna ed alle relazioni sulle varie attività del Movimento, al fine di consacrare nei giornali maggiore spazio alla propaganda; auspicano la concentrazione delle pubblicazioni su un numero limitato di settimanali e la pubblicazione di una rivista destinata alla elaborazione critica della nostra dottrina ed allo studio dei problemi concreti del nostro tempo, lascian-do ad ogni iniziativa la cura del suo finanziamento, ma affermando la necessità che ognuna di essa pubblichi regolarmente il rendiconto delle entrate e delle uscite; invitano tutte le Federazioni Regionali a promuovere la raccolta dei fondi per la ripresa della pubblicazione di "Umanità Nova" quotidiana, dando comunicazione delle somme raccolte al Consiglio Nazionale; invitano tutti i compagni che intendono pubblicare libri e opuscoli di darne tempestivamente comunicazione al Consiglio Nazionale stesso; auspicano che si realizzi al più presto la pubblicazione di un quindicinale del Movimento giovanile ad opera dei giovani stessi, ai quali resta affidato lo studio dell'iniziativa in contatto con il Consiglio Nazionale.

Consiglio Nazionale - Comitato Sindacale - Comitato di Assistenza.

Il Congresso procede alle nomine seguenti:

a) Consiglio Nazionale, con sede in Milano, al quale sono attribuiti i compiti di curare l'organizzazione del Movimento, secondo la mozione votata dal Congresso, e promuoverne il funzionamento; di assicurare i collegamenti necessari tra i Gruppi e le Federazioni anche in vista di eventuali agitazioni nazionali. Sono chiamati a far parte del Consiglio Nazionale i seguenti compagni: Germinal Concordia, Emilio Grassini, Mario Mantovani, Ezio Puzzoli, Corrado Quaglino, Bartolomeo Lagomarsino, Ugo Fedeli (segretario).

b) Comitato Sindacale, con sede a Livorno, composto dei seguenti compagni: Virgilio Antonelli, Recchi, Biasci, Bonotti.

c) Comitato di Assistenza, con sede a Roma, composto dei compagni: Ivan Aiati, Preziosi.

Si leggono e si approvano due mozioni sull'azione degli anarchici nella ricostruzione del Paese e sulle relazioni internazionali. Si decide infine di lanciare un manifesto al popolo italiano.

L'azione libertaria nella ricostruzione del Paese.

I Delegati dei Gruppi, considerate le immani distruzioni portate dalla guerra nelle officine nei campi nelle scuole nelle strade nelle ferrovie nelle navi, in tutti gli strumenti della vita sociale; considerate altresì le radicali deformazioni residuate dal fascismo nei metodi e negli indirizzi produttivi dell'industria e dell'agricoltura, nell'uso della stampa, nel lavoro scolastico di tutti i gradi, nei servizi pubblici, in tutte le attività del popolo avvelenate dal sussidio di Stato e dal controllo di Stato; valutato l'atteggiamento demagogico di tutti i Partiti e la naturale e dimostrata incapacità dei politicanti al Governo sia per lo studio che per l'attuazione d'una vera ripresa di attività nel paese; riconosciuta l'inerzia persistente dei molti che nonostante le esperienze già maturate seguitano ad attendere da Roma la ricostruzione, nonché le altre condizioni obbiettive che sbarrano la strada a qualsiasi azione politica rivoluzionaria immediata; ritenuto che nonostante tali condizioni antirivoluzionarie è possibile, e quindi necessario, applicare ai concreti problemi presenti i fecondi metodi libertari della libera iniziativa e dell'azione diretta, attraverso la molteplicità delle associazioni locali autonome; rilevato che tale azione, costruttiva nonostante le contraddizioni e gli errori inevitabili, può dirsi pre-rivoluzionaria in quanto rieduca gli uomini e prepara l'ambiente per la rivoluzione profonda che appena possibile sistemerà in modo organico i rapporti sociali nel nuovo ordine libertario come è dimostrato da qualche felice iniziativa locale sorta dal nostro Movimento; constatano: che le caste dirigenti, dopo aver avvelenato ed impoverito il paese con le guerre, smoralizzata la Vita sociale con l'azione corruttrice del possibilismo giolittiano, devirilizzata la vita individuale con l'imposizione del giogo fascista della disciplina e dell'obbedienza, hanno dimostrato in questa crisi conclusiva il loro spirito asociale e la loro incapacità direttiva; che il motore della ricostruzione, in tutti i campi, non può essere che la libera iniziativa dei lavoratori e la loro fatica, nelle singole aziende e nelle singole località; che i lavoratori sono di fatto disposti ovunque a porsi all'opera con animo di pionieri, senza timori di sforzi e di sacrifici, ma a condizione che i vantaggi della ricostruzione restino nelle loro mani, cioè che siano veramente eliminate le caste dei padroni e dei parassiti e sia resa impossibile la loro ricostituzione;

deliberano di impegnarsi ad attivarsi nel paese seguendo le seguenti comuni volontà: rifiutare decisamente ogni ulteriore contributo per spese militari; agitare la proclamazione della neutralità perpetua dell'Italia, solo modo di concentrare gli sforzi e gli scarsi mezzi su opere costrut-tive; propugnare localmente, in tutte le attività sociali positive, non già col solo vano diritto di voto, la effettiva immissione delle donne in totale parità con gli uomini, non solo per le ovvie ragioni di equità che impongono di cancellare la inferiorità sociale delle donne, ma anche per la speranza che la loro partecipazione valga ad attenuare gli effetti della persistente stupidità dimostrata dagli uomini nella trentennale crisi ancora in corso; promuovere in ogni località la solidarietà collettiva per i disoccupati, associando i disoccupati stessi perché regolino ed esigano ed ove occorra impongano questa solidarietà - distogliendo così i disoccupati e le loro famiglie dalle vie traverse del mercato nero e della prostituzione, su cui li ha forzati la mancanza di ogni assistenza delle loro comunità - ed evitando che dilaghi l'impiego già in atto dei disoccupati in lavori fittizi, privi di produttività e di avvenire; promuovere in ogni regione, nelle forme adatte alle condizioni locali, gli studi e l'azione diretta dei lavoratori della terra (contadini, salariati, mezzadri, affittuari, piccoli proprietari - uniti ai tecnici dell'agricoltura) per eliminare il predominio dei grandi terrieri e di tutti i parassiti del lavoro agricolo, e per realizzarne la migliore efficienza congiunta alla necessaria equità sociale, col mezzo radicale della diretta gestione della terra da parte di chi lavora, sia un individuo od una famiglia od una comunità; promuovere in ogni officina, in ogni grande fattoria, in ogni magazzino la costituzione di "Comitati di studio e di azione", composti di delegati dei lavoratori manuali e di quelli intellettuali, inclusi i dirigenti - per studiare i nuovi indirizzi produttivi, i nuovi metodi di lavoro, le nuove forme di gestione collettiva o di gestione pubblica appropriate ad ogni singolo caso - e per assicurarne ed ove sia necessario imporne la realizzazione; promuovere dappertutto la ricostruzione edilizia, per cancellare i malsani quartieri poveri delle città e gli inumani paesi rurali, nel nord e nel sud, senza ricorrere a baracche od a case economiche, incitando i senza tetto ad occupare le stanze in eccesso nelle case dei possidenti, nei grandi palazzi pubblici, nelle sedi vescovili e simili - suscitando localmente il formarsi di libere associazioni, all'infuori di ogni autorità, che studino nuovi Piani Regolatori, che li sottopongano ai cittadini, che ne avviino con metodi risolutivi la realizzazione; agitare in ogni località l'idea che l'avvio della ricostruzione dev'essere finanziato sul posto, con prelevamenti pubblici diretti sulle ricchezze private, offerti od imposti, senza intervento di autorità, senza il giro vizioso di Roma, centro collettore e distributore di denaro di cui abbiamo sperimentato al limite l'estrema inefficienza; agitare l'idea che nessuna ricostruzione sarà efficace se non ac-compagnata dall'impianto, con l'aiuto eventuale di grandi maestri di altri paesi di un nuovo sistema di scuole libere, gratuite in tutti gli ordini, indirizzate largamente per preparare l'uomo e la donna comuni alla vita sociale; diffondere la volontà della libera associazione tra competenti e tra interessati, uomini e donne, al di fuori di ogni autorità, per gli innumeri studi e le innumeri azioni particolari connesse al problema d'insieme della ricostruzione nei suoi aspetti generali: gli uomini, le cose; affermare e dimostrare, sul terreno pratico del lavoro, dei contrasti e degli errori attraverso cui la ricostruzione si avvierà, la necessità dell'autonomia completa dei singoli Comuni, la limitazione dei loro compiti secondo la volontà dei cittadini - la certezza che la ricostruzione o si effettuerà nel fervore di iniziative dei lavoratori liberi entro Liberi Comuni, oppure non si farà.

Relazioni internazionali.

I Delegati dei Gruppi, constatata ancora una volta, sul vivo dell'esperienza, la stupidità essenziale della guerra, che non risolve ma soltanto sposta i problemi; rilevato che l'avvio visibile della politica degli Stati si mantiene, com'è inevitabile, sul piano della forza militare, degli equilibri di potenza, dell'imperialismo; riaffermata la necessità, oltre che la moralità, di cancellare gli odi ed abolire la separazione delle frontiere tra i popoli, eliminando ogni ostacolo e freno al libero scambio di genti e di prodotti, promuovendo il massimo di tali scambi;

deliberano di tenere a norma della loro azione politica le direttive seguenti:

1) riconoscere che le diversità tra uomini e donne di diversi popoli o regioni sono elementi positivi e insopprimibili della vita sociale, ed occorre svilupparle nel reciproco buon accordo; affermare il valore dell'affetto che lega ciascuno di noi ai luoghi in cui è nato o cresciuto, e agire contro tutto ciò che tende ad uniformizzare la gente; ma battersi tenacemente contro chi l'affetto per la piccola patria cerca di convertire in odio per la patria altrui, edificandovi sopra i miti degeneranti dei vari naziona-lismi ed imperialismi;

2) reagire contro le molte forze disgregatrici che, spesso con parole di unità, tentano di creare incomprensioni e contrasti artificiosi tra i popoli lavoratori: tra gli italiani e gli americani, tra gli italiani ed i russi, tra gli italiani ed i tedeschi e i francesi, tra gli italiani del nord e quelli del sud - e promuovere tra le necessarie diversità dei popoli la forza costruttiva dei liberi accordi, collaborando alla comprensione reciproca nei campi del pensiero, dell'arte, del lavoro. In particolare, attivarsi per più stretti rapporti tra il popolo lavoratore italiano e quello francese, svizzero, austriaco e jugoslavo, che la vicinanza geografica conduce ad operare in comune;

3) propagare la distinzione necessaria tra i popoli ed i Governi che li opprimono, come mezzo radicale per combattere i seminatori di odio - ed in particolare non attribuire ai lavoratori francesi e jugoslavi gli eccessi nazionalisti suscitati da De Gaulle e da Tito, né ai lavoratori tedeschi gli orrori nazisti di cui son stati le prime vittime, né ai lavoratori russi od americani i moti imperialistici sostenuti dalle rispettive caste dirigenti;

4) diffondere la conoscenza del popolo spagnolo, come più affine al nostro fra tutti i vicini, e promuovere il massimo dei contatti, affinché possiamo giovarci degli insegnamenti libertari, delle sue lotte e delle sue costruzioni nella Rivoluzione tuttora in corso;

5) agitarsi, sulla base dei fatti, contro i miti creati tra il popolo dai dominatori degli Stati di oggi per mantenerlo tranquillo con speranze illusorie: quali il mito della Russia-Comunista, che nasconde la società di classi ricostituita sotto il nome di Socialismo; il mito dell'Inghilterra-Liberale sotto il cui velo Laburista permangono i molti elementi feudali della società inglese; il mito dell'America-Paese Libero che toglie la visione del predominio effettivo dei conservatori, padroni della macchina di governo.

6) assumere nel problema ebraico ed in tutti i contrasti di razza il nostro generale atteggiamento libertario: avendo per amici e compagni tutti gli ebrei di buona volontà, combattendo tutti gli ebrei che cercano il proprio predominio: cioè trattando come uomini tra uomini questo popolo perseguitato dalla ferocia di Hitler e di Mussolini come dalla stupidità di tutti gli antisemiti delle "democrazie"; e regolandosi analogamente per la gente di colore che la "democrazia" americana vorrebbe segregare nella vita sociale.

Appello al popolo italiano.

POPOLO LAVORATORE.

Manchiamo di pane, manchiamo di ferrovie, di strade e di navi, manchiamo di scuole, e soprattutto manchiamo di idee e di volontà. Siamo ridotti ad essere un popolo mendicante, che non può rifiutare l'elemosina nemmeno se si accompagna con l'umiliazione e la vergogna. Questo è il bilancio di distruzione, di miseria e di servitù con cui lo Stato unitario italiano, sorto nel 1870, conchiude la sua opera di difesa delle caste possidenti e parassitarie, contro la volontà del popolo lavoratore. I socialisti di Stato, illusi di servire il popolo mentre invece aiutano a ribadire le sue catene; Crispi, Giolitti, Mussolini, strumenti del capitalismo; le guerre che ci promettevano prima potenza e poi impero; ciò di cui soffriamo oggi ne è la logica conclusione. La monarchia, dietro la quale si coalizzano i militari, i preti, gli agrari, tutti gli elementi più retrivi del nostro corpo sociale, arma bande di soldati di mestiere invece di liberare del suo cadavere decomposto l'atmosfera del paese. La Chiesa, al servizio della politica della reazione, seguita a predicare l'ubbidienza. Rispunta il contrasto fra il Nord e il Sud che i reazionari alimentano per dividere le forze del popolo. I politicanti di tutti i partiti seguitano a contendersi il potere e gli onori dei maneggi di corridoi entro l'assurda macchina di tregua dei Comitati di Liberazione Nazionale, che paralizzano la ripresa della lotta politica. I funzionari della Confederazione Generale Italiana del Lavoro, nella quale i lavoratori debbono restare per non spezzare in questo momento con scissioni la loro scarsa forza, vendono illusioni ai lavoratori, perché stiano quieti mentre il governo non fa nulla. E le legioni dei generali e degli ammiragli ancora vivono su di noi dopo averci dissanguati, mentre le legioni dei disoccupati sono abbandonate alla fame, alla prostituzione. al mercato nero, e sempre più spesso sono ridotte al banditismo; ed ai reduci che vi si aggiungono sono offerti gli improduttivi lavori di Stato improvvisati dalla incompetenza di Roma.

COMPAGNI.

La ricostruzione resta una vana parola; le caste dirigenti dell'economia come quelle della cultura, come quelle della politica, si dimostrano asociali ed incapaci di inserire nella crisi l'avvio alla ricostruzione. È per questo che ogni giorno apporta nuovi mali, e sui lavoratori cade l'eredità di questo mondo imputridito, nel quadro della sconfitta militare che tende a subordinare il nostro avvenire alla volontà dei governi vincitori. E ai lavoratori la ricostituita F.A.I., che ebbe vita clandestina e partigiana contro i nazi-fascisti continuando la tradizione del Movimento anarchico italiano da cui sono usciti i più puri combattenti della lotta per l'emancipazione delle classi lavoratrici, parla il franco linguaggio che solo vale tra uomini.

Noi non additiamo facili rimedi. Sappiamo che con la scheda non si costruisce, ma con la volontà e con il lavoro e con l'azione diretta.

Sappiamo che nemmeno si costruisce attendendo da governi stranieri la forza, e non chiediamo nulla, né al capitalismo collettivizzato che domina in America, né al collettivismo capitalizzato che domina in Russia. Vediamo che il problema del Mezzogiorno sta tutto nella estrema miseria dei lavoratori, nella inerzia estrema dei possidenti, nelle camorre che falsano capillarmente ogni attività, nella mancanza di vita politica locale. E nel Mezzogiorno come nel Settentrione vediamo non solo le officine distrutte ed i campi devastati dalla guerra, ma anche gl'indirizzi produttivi ed i metodi di lavoro deformati dal corporativismo, dalla autarchia, dal sussidio e dal controllo di Stato. E l'uomo e la donna comuni sviliti dall'abito della disciplina e dell'ubbidienza.

Ma vediamo anche, sempre vero, che non esiste nulla di impossibile per la volontà.

Su dunque, a noi tocca, a noi lavoratori! Poniamoci tutti uniti non nella unità fittizia di cui parlano i politicanti, ma nella reale unità che pone il contadino vicino all'insegnante, l'operaio vicino all'ingegnere, il colto vicino all'incolto, l'uomo vicino alla donna, il giovane vicino all'anziano. Tutti uniti in libertà, ognuno col suo pensiero anche se i politicanti non lo vogliono.

LAVORATORI.

Noi riconosciamo di essere un popolo giovane e povero. Non abbiamo idee di grande potenza. Abbiamo in casa nostra troppe opere grandi da compiere per lasciarci ancora distrarre da avventure in altri paesi. E siamo pronti a compierle.

Non vogliamo più eserciti a consumare le nostre vite e le nostre sudate ricchezze. Non vogliamo più finanziare chiese, né averle nelle scuole ad asservire i nostri figliuoli. Vogliamo lavorare. Ma esigiamo che il frutto del nostro lavoro e dei nostri sacrifici resti a noi, non vada di nuovo ai possidenti ed ai parassiti che finora ci hanno dominati.

La crisi è così grave che se ne denudano le origini profonde.

I dirigenti del Partito socialista e del Partito comunista additano la preminenza capitalistica come causa unica, i dirigenti del Partito repubblicano additano l'istituto monarchico. I dirigenti del Partito d'Azione parlano di giustizia e di libertà. Gruppi molteplici di giovani cercano ansiosi verità meno parziali. E la F.A.I., che non ha dirigenti e che non cerca gregari, mentre vede nel Comunismo libertario il suo avvenire, condanna lo strumento in cui tutte le forze nemiche si sommano e trovano sede: lo Stato.

Lo Stato italiano è in dissoluzione. Tutte le forze conservatrici sono all'opera per ricostruirlo e son pronte a dargli nuove costituzioni più liberali. Tra i lavoratori si agitano illusioni che questa via possa condurre a libertà effettive, nonostante l'insegnamento decisivo della Rivoluzione russa e della Rivoluzione spagnola, ambedue vinte dalla rinascita dello Stato in opposizione alle volontà popolari.

La F.A.I. ti dice: compagno lavoratore, compagna lavoratrice, occorre che pensi tu stesso a te, e che tu agisca per te stesso insieme ai tuoi compagni. Disponiti l'animo a duri anni di lotta e di lavoro duro. Ma esigi che lotta e lavoro siano e restino controllati da te, attraverso liberi sindacati che conducano alla gestione diretta della fabbrica e della terra ogni libera comunità di lavoratori, attraverso molteplici iniziative locali che conducano al libero Comune.

Mantieniti fermo contro i seminatori di illusioni che ti distolgono dal combattere chiedendoti di delegare ad essi il potere che deve restare tutto in te. Resisti ai seminatori di odio che vogliono metterti contro i tuoi stessi compagni di altre regioni e di altri paesi per distoglierti dal guardare i tuoi veri nemici.

Avanti! L'azione diretta del popolo è la sola forza sociale capace di creazione ed essa farà sorgere sulle rovine di questo esperimento di Stato unitario la nuova Italia che noi vediamo: Federazione di libere fabbriche e di libere fattorie, di nuove forme di lavoro cooperativo nel quadro di liberi Comuni e di libere regioni, con tutto il popolo teso nel lavoro pacifico, nella grande famiglia internazionale che, liberata anch'essa dall'oppressione statale e capitalistica, scaccerà alfine dal mondo il mostro della guerra.

Viva la Libertà! Viva la FAI.!

IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA F.A.I.


CONVEGNO DEI GIOVANI ANARCHICI

A fianco del Congresso anarchico i giovani, presenti a Carrara, tennero un loro Convegno nel quale furono discussi i problemi di maggiore interesse per l'attività dei giovani e si gettarono le basi per la costituzione di una organizzazione giovanile.

Parteciparono al Convegno:

Bartolomeo Lagomarsino ed Edgardo Tornato per la Federazione Giovanile Comunista Libertaria Genovese; Enzo Tognotti per la Federazione Comunista Libertaria Livornese; Ivano Viti per la Federazione Comunista Libertaria Carrarese; Emilio Pesce per la Federazione Comunista Libertaria Romana; Giuliano Golinelli per la Federazione Giovanile di Imola; Antonio Scalorbi per la Federazione Anarchica Bolognese; Nevio Bazzocchi per i Gruppi Giovanili della Romagna; Giliana Berneri per i Gruppi Libertari della Campania; Gino Cerrito per il Gruppo Anarchico "Michele Bakunin" di Messina.

L'ordine del giorno risultava formulato come segue:

1. Organizzazione e suoi requisiti.

2. Rapporti con altre organizzazioni.

3. Commissioni sindacali.

4. Stampa e propaganda.

Furono approvate le seguenti risoluzioni:

1. Comma

Si delibera la costituzione di gruppi che formeranno le sezioni giovanili in seno alle sezioni Comunali, alle Federazioni Provinciali e Regio-nali, con movimento coordinatore nelle città maggiormente predispo-nibili e scelte dai compagni dei vari gruppi delle province o regioni.

Alla Federazione Nazionale del Movimento parteciparono dei compagni liberamente scelti dei vari Gruppi.

Si lascia pertanto libera autonomia alle sezioni per l'organizzazione che ritengono utile al Movimento, specificando di non adottare quei sistemi che si possono confondere con i sistemi di organizzazione propri dei vari partiti, che non sono consoni, anzi sono contrari ai principî anarchici.

Si delibera inoltre di costituire circoli di studi sociali, biblioteche, circoli sportivi, nuclei di azione diretta, ecc., formati da simpatizzanti al nostro Movimento fra i quali i compagni faranno una attiva propaganda per convincerli dell'ideale che noi abbiamo liberamente abbracciato.

Ogni nuovo aderente ai Gruppi Giovanili Anarchici o Libertari, sarà ammesso dopo aver dimostrato coerenza e passione per i principi libertari.

Si raccomanda pertanto che non sia troppo elevato il numero degli aderenti a ciascun Gruppo.

2. Comma

Per quanto concerne il secondo comma, si stabilisce di non partecipare ad alcuna organizzazione politica giacché tali associazioni sono contrarie ai nostri principî e non potranno mai essere la espressione della massa, sebbene dei partiti legalitari; si lascia però facoltà ai compagni di aderire alle associazioni che sono la vera espressione del popolo o che per motivi locali abbiano bisogno della nostra attiva propaganda e partecipazione.

3. Comma

I giovani continueranno a far parte delle Commissioni Sindacali Giovanili onde la Confederazione Generale Italiana del Lavoro non venga monopolizzata dai partiti legalitari. Faranno inoltre parte delle commissioni o gruppi di resistenza Sindacale in seno alle Camere del lavoro affinché i sindacati assumano sempre più fortemente il carattere rivoluzionario.

Si conviene inoltre di indire pubblici comizi, conversazioni tra le maestranze degli stabilimenti, nei cantieri, nei campi, e fra le masse studentesche; di diffondere manifesti, giornali ed opuscoli di propaganda e di agitazione inerenti ai problemi dell'ora, sempre a carattere rivoluzionario e libertario.

4. Comma

Per uniformare l'attività di propaganda e di stampa conviene che i gruppi mantengano precisi contatti e specifichino i sistemi di propaganda agli altri gruppi, rimettendo a questi copia di ogni manifesto o opuscolo che pubblicheranno onde evitare possibili soluzioni contrastanti. Desiderano prossima la pubblicazione di un periodico giovanile libertario (questo non esclude la partecipazione dei giovani nella commissione di redazione del Movimento nazionale anarchico).

I compagni Emiliani pertanto sono delegati a svolgere il lavoro preparatorio inerente ai contatti della gioventù anarchica d'Italia con quella estera.

Invitano inoltre i compagni combattenti della rivoluzione di Spagna di fare, in opuscolo, una chiara esposizione del lavoro compiuto dalla F.A.I. prima, durante e dopo quella rivoluzione e d'inviarne copia a tutti i Gruppi giovanili dell'Italia.

I congressisti, lette ed approvate le deliberazioni prese, mandano un saluto di solidarietà ai congressisti della F.A.I.

Nell'ultima seduta del Congresso venne preso atto, dai congressisti, delle deliberazioni approvate nel Convegno giovanile, con vivo compiacimento "per l'attività e la dirittura politica" manifestata dai giovani compagni.



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