"Noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza." (E. Malatesta)

Mozioni e documenti della Federazione Anarchica Italiana


Mozioni approvate al Convegno del 15-16 Giugno 2002 a Carrara

Le compagne e i compagni della Federazione Anarchica Italiana riuniti a Carrara esprimono la loro massima solidarietà al Comitato di Lotta per la Casa di Palermo. Sosteniamo la lotta delle famiglie palermitane che rivendicano un diritto essenziale da troppo tempo disatteso, riconoscendo grande importanza alla metodologia che è stata adottata nel portare avanti la protesta: una mobilitazione dal basso, autorganizzata, riottosa ai tentativi di mediazione politico-mafioso-istituzionali. Sosterremo attivamente le lotte delle famiglie che a Palermo stanno rialzando la testa contro quelle politiche secondo le quali è più conveniente offrire soluzioni emergenziali che contribuiscono a cronicizzare la precarietà esistenziale, piuttosto che risolvere i problemi alla radice.
Ancora una volta, solo la lotta paga.
Senza casa mai più!

Carrara 16 giugno 2002

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Il convegno della FAI riunito a Carrara il 15 e 16 giugno 2002, valuta positivamente l'impegno dimostrato dalla Federazione nell'affrontare l'attuale fase del conflitto sociale che si è andato accentuando.

L'attività della commissione "La questione sociale" è riuscita a coinvolgere compagni e gruppi federati nell'elaborazione e nella diffusione di materiali di propaganda e di agitazione legati alle problematiche dello scontro di classe. Questo ha indubbiamente reso più visibile la presenza dei compagni e delle compagne federate nelle scadenze di lotta e più in generale nel movimento dei lavoratori.

La FAI fa proprio il lavoro svolto, invitando pertanto i gruppi e le individualità a sostenere quell'impegno di carattere organizzativo che permetta la continuità di questo lavoro. Il convegno individua le questioni di merito della lotta per il reddito (salario e pensioni), per l'occupazione (orario, disoccupazione, precariato), per le libertà sindacali e associative di autorganizzazione, per la conquista di condizioni di vita e di lavoro più dignitose (salute, sicurezza e ambiente) i temi di iniziativa per i prossimi mesi.

In particolare, nel silenzio più completo, è oggetto di trattativa l'esproprio del TFR e della pensione a vantaggio di fondi d'investimento di cui i sindacati di stato sono coogestori. Tale flusso finanziario estorto ai lavoratori servirà al rifinanziamento dei grandi gruppi capitalistici che hanno sperperato i loro patrimoni nella speculazione finanziaria. Questa è un'operazione fotocopia di quella condotta dal cavaliere Mussolini nel 1934 che espropriò le casse mutualistiche del movimento operaio per finanziare l'industria del regime bellicista e neoimperialista.

Un ulteriore peggioramento delle condizioni popolari deriva dalla politica guerrafondaia di riarmo e di spedizioni militari all'estero, condotta da vari governi, tra cui quello italiano. L'esigenza di finanziamento di tale politica passa attraverso l'aumento delle tasse sui redditi più bassi, l'aumento dell'imposizione indiretta, la riduzione dei servizi sociali (scuola, sanità ecc.). La solidarietà internazionalista e la pratica antimilitarista si saldano alla lotta economica degli sfruttati, contro le ideologie della solidarietà nazionale e dell'ipocrisia umanitaria.

In questa fase dello scontro di classe emerge l'attacco all'articolo 18 che esemplifica l'atteggiamento discriminatorio di questo governo, teso a conculcare le libertà sociali e individuali a vantaggio del comando dell'impresa capitalistica. Questo processo si estende anche nel settore dei servizi pubblici che assumono tutte le caratteristiche (anche giuridiche attraverso le privatizzazioni) delle aziende private. La lotta per l'estensione a tutti i lavoratori (aziende sotto i 15 dipendenti, lavoratori "atipici" etc.) della garanzia a non essere licenziati senza "giusta causa", si deve coniugare alla conquista delle libertà associative (libertà di sciopero, di assemblea etc.) che vengono messe in discussione non solo dal governo reazionario ma anche dai sindacati concertativi che pretendono il monopolio della rappresentanza sociale.

In questo senso il convegno denuncia come lo strumento referendario non sia il più appropriato per affrontare queste questioni. Da un lato, un esito non positivo del referendum, potrebbe avere un effetto boomerang che andrebbe a rendere più difficili anche le battaglie per la difesa dei diritti esistenti. Dall'altro emerge chiaramente il carattere strumentale che muove il ceto politico (PRC, Verdi, Correntone) nel proporre le battaglia referendaria volta più ad esigenze di autorappresentazione che alla difesa degli interessi di classe.

Questo governo porta a compimento in modo esplicito e brutale un percorso di modifica del nostro ordinamento giuridico e sociale in atto da tempo. Infatti, anche i governi di centro sinistra che si sono succeduti in questi anni hanno inteso "modernizzare" il mondo del lavoro e lo stato sociale, riconoscendo all'impresa un ruolo centrale cui il lavoro doveva essere subordinato. Lo strumento però era quello della concertazione e della regolamentazione della flessibilità attraverso la concessione di un minimo di diritti ai lavoratori precari. Sindacati di stato e governi di centro sinistra hanno così creato "per legge" e consensualmente delle vere e proprie "gabbie salariali e giuridiche" accettando l'idea della differenziazione del trattamento giuridico ed economico dei lavoratori anche all'interno della stessa azienda (esempio: lavoro interinale) e favorendo il ricambio (cassa integrazione, mobilità, cessione di rami d'azienda) di "vecchia" mano d'opera garantita con "giovane" mano d'opera meno garantita e meno pagata. Se oggi questo governo esplicitamente (libro bianco sul lavoro, legge delega sul lavoro) disegna la fattispecie del "rapporto di lavoro individualizzato" in cui sia le modalità temporali e quantitative della prestazione del lavoratore che il suo corrispettivo soggiacciono alle esigenze dell'impresa è perché sia ammessa come legittima e comunque accettabile l'esistenza di quelle gabbie salariali, giuridiche e generazionali di cui abbiamo parlato prima.

Il cuore del problema è quindi che i salariati si liberino di questa idea che viene spacciata per "moderna" ma che azzera invece duecento anni di lotte per cui il rapporto di lavoro è un fatto "privato e individuale" tra datore e prestatore di lavoro. é necessario altresì superare la prassi concertativa per cui se la compressione di salario e di libertà avviene per accordo tra le parti sociali è "buona". é necessario spostare l'attenzione dalla sfera del "giuridico" a quella dei rapporti economici: non si è meno sfruttati se c'è una legge che lo consente e che regolamenta il fenomeno e non si modificano i rapporti di forza tra capitale e lavoro salariato se si ottiene "per legge" qualche diritto in più o si mantengono quelli che si hanno (vedi la vicenda dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori).

La crescita esponenziale di aree di lavoro non normato, precario, in affitto rappresenta quindi un terreno fondamentale nel quale sperimentare e verificare forme di autorganizzazione capaci di superare sul piano delle lotte rigidità categoriali oggi meramente funzionali agli interessi padronali.

Il convegno stima come positive le esperienze che si sono prodotte in una serie di località, sulla base dello stimolo dei compagni e delle compagne federate, esperienze che hanno saputo saldare a livello territoriale varie realtà sindacali e sociali, collegando la lotta contro i provvedimenti governativi sull'articolo 18 alle tematiche dell'autorganizzazione. Attraverso questo metodo è stato possibile avviare il coinvolgimento dei lavoratori delle piccole aziende e dei lavoratori non normati nel più generale movimento di lotta. Questa è la pratica che noi consideriamo alternativa alle illusioni burocratiche ed elettoraliste.

Sui temi precedentemente individuati, il convegno della FAI, dà mandato alla commissione "La questione sociale" di organizzare per il 22 settembre 2002, a Bologna, una assemblea dei militanti anarchici impegnati nel movimento dei lavoratori, con lo scopo di articolare le iniziative di intervento dei prossimi mesi, focalizzando la discussione attorno alla prospettiva di far ripartire processi unitari dal basso e all'individuazione di modelli organizzativi che diano concretezza alla proposta anarchica di autorganizzazione.

Il convegno della FAI riunito a Carrara il 15 e 16 giugno 2002 denuncia la pratica totalitaria che alcuni esponenti dei "disobbedienti" hanno espresso a Venezia, tentando di intimidire un nostro compagno che stava diffondendo il settimanale anarchico "Umanità Nova", durante la manifestazione antirazzista del 15 giugno. Le minacce di questi figuri tendevano ad impedire la diffusione del giornale che, a loro parere, pubblicherebbe "falsità". In realtà Umanità Nova non fa sconti a nessuno e non si è mai preoccupata degli "equilibri" interni al movimento contro la globalizzazione quando si è trattato di criticare le strategie e le pratiche dirigiste dei partiti, formali o informali, che vorrebbero ingabbiare il movimento stesso o quando si è trattato di denunciare le ipotesi di cogestione che avanzavano.

Riteniamo che sia proprio questa costante azione di informazione e di critica ciò che infastidisce gli "stati maggiori" dei piccoli eserciti del giacobinismo moderno e postÐmoderno.

Questo episodio, del resto, non è che l'ultimo, in senso temporale, di una lunga serie di intimidazioni, minacce e aggressioni, prassi "normale" nel Triveneto nei confronti di tutti i soggetti non allineati. La FAI non si fa intimidire neanche dagli sbirri dello stato, tantomeno da questi aspiranti gnu-cop. Se sarà necessario difenderemo anche con la forza la nostra libertà di espressione e di azione.

Carrara 16 giugno 2002

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I compagni e le compagne riuniti a Carrara il 15 e 16 giugno 2002 al Convegno nazionale della FAI, ribadendo la validità delle scelte dell'anarchismo sociale che lo scorso anno a Genova intraprese e costruì un percorso di radicalità di contenuti e radicamento tra la gente in opposizione alle logiche di mera spettacolarità intraprese dalle aree riformiste, aderisce alla proposta del Coordinamento anarchico ligure piemontese di realizzare uno spezzone anarchico alla manifestazione del 20 luglio 2002 a Genova.

La violenza dello stato che nel luglio scorso si esplicitò in cariche indiscriminate, carcerazioni, torture e nell'assassinio di Carlo Giuliani, continua ogni giorno nella repressione di ogni forma di dissenso, nelle leggi razziste contro gli immigrati, nell'inasprimento delle condizioni di vita dei carcerati, nel costante tentativo di annullare libertà e diritti dei lavoratori e raggiunge il suo culmine nell'operazione di cancellazione della verità sull'assassinio di Carlo.

Il 20 luglio saremo in piazza per ribadire quella verità che nell'ultimo anno è stata gridata in tutte le piazze d'Italia: Carlo Giuliani è stato ucciso dagli 8 criminali che ogni giorno affamano, opprimono, sfruttano la stragrande maggioranza degli abitanti di questo pianeta.

Contro di loro la nostra opposizione è e sarà intransigente, affiancando le lotte degli oppressi e degli sfruttati che pensano che un altro mondo non solo è possibile ma necessario.

Il convegno della FAI, riunito a Carrara il 15 e 16 giugno 2002, a seguito del dibattito sul punto all'OdG: "verifica politica e tecnica della possibilità di svolgere iniziative parallele al Forum Sociale Europeo...", assume come materiale per il dibattito i documenti presentati a questa scadenza e quelli presentati al convegno di Torino, ribadisce il ruolo degli anarchici come componente essenziale dei movimenti che, su scala internazionale, si oppongono alla globalizzazione del dominio. Critica il ruolo svolto dall'ESF, dall'ISF e già dal GSF che pretendono di avocare a se la rappresentanza esclusiva di un movimento del quale, al più, sono una componente. Denuncia la complicità dei vertici nella campagna antianarchica lanciata dalle istituzioni nei giorni del G8 a Genova. Costituisce un gruppo di lavoro che affianchi la Commissione di Studio sulla Mondializzazione della FAI, al fine di produrre il materiale di dibattito e di informazione capace di esaltare l'autorganizzazione e di rafforzare le relazioni orizzontali e antiautoritarie che costituiscono l'intima essenza del movimento.

Carrara 16 giugno 2002

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Il convegno della F.A.I. Riunito a carrara il 15 e 16 giugno 2002 a proposito del punto all'O.d.G. riguardante la partecipazione dei non federati al Congresso di Federazione previsto a gennaio 2003, premesso che le modalità definitive di partecipazione verranno precisate all'inizio del congresso stesso, decide che:

a parte l'invito alle federazioni consorelle aderenti che per consuetudine vengono invitate, non verranno effettuati inviti al congresso;

il congresso è aperto agli osservatori conosciuti all'interno del movimento anarchico o presentati da aderenti alla federazione e potranno contribuire al dibattito ma non alle decisioni congressuali;

le modalità di partecipazione al congresso verranno rese pubbliche a mezzo dei canali consueti a cura della C.D.C. in occasione della convocazione del Congresso.



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