"Noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza." (E. Malatesta)

Comunicato diffuso dalla Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana


NOI CONTRO TUTTE LE GUERRE, TUTTE LE GUERRE CONTRO DI NOI

05/08/2006

Il violentissimo attacco militare israeliano al vicino Libano non ci sorprende affatto. Era già stato ventilato dall'ex premier Sharon un paio di anni fa, e oggi trova esecuzione puntuale a prescindere dal pretesto della guerriglia di Hetzbollah, integrata come partito politico nel difficile mosaico libanese. L'attacco armato a quel che resta del Libano - inerme e martoriato da oltre trent'anni, colpito nelle infrastrutture civili che reggono unita una società - fa parte di un disegno geopolitico volto a ridisegnare la mappa del Medioriente.
La manovra congiunta Israele-USA trova la tappa finale di questa tattica a medio termine nella individuazione dell'Iran come nemico da rovesciare per assediare, a lungo termine, i competitori rivali dell'Estremo oriente, Cina in testa, unica potenza restia a farsi dominare da Washington.
Per fare questo, il Medioriente deve fungere da retroterra certo e sicuro, sgomberato della questione araba impugnata dai fondamentalisti, e della questione palestinese come problema da sotterrare definitivamente. L'Autorità palestinese, concessa ad Arafat negli accordi ad interim concepiti a Oslo, è sepolta sotto le macerie della guerra, da Gaza alle enclave cisgiordane. Così come era stata inventata dagli strateghi israelo-americani, che l'hanno dotata di pseudopoteri statuali quando era dipendente dal vicino occupante in tutto e per tutto (traffici commerciali con l'élite dell'Olp inclusi) allo stesso modo essa è stata repentinamente revocata non appena il processo di democratizzazione, usato come alibi planetario per le nuove geopolitiche di guerra permanente, ha evidenziato il ruolo di Hamas e Fatah, soggetti politici che di certo non mirano ad alcun tipo di emancipazione agendo in una logica statuale di violenza sterile e velleitaria.
Intanto, i diritti umani delle popolazioni coinvolte dalla guerra vengono calpestati impunemente, i massacri sono all'ordine del giorno, il terrorismo di stato sconvolge le vite di migliaia di bambini, donne, uomini.
Le Nazioni unite hanno di fatto dimostrato tutta la loro impotenza non riuscendo a imporre nessuna tregua e limitandosi, all'indomani della terribile strage di bambini a Cana, a un documento di "deplorazione" per quanto accaduto. E la conferenza di Roma, spacciata dal governo italiano come dimostrazione di un presunto carisma dell'Italia in campo internazionale, ha solo suggellato i piani di Israele e USA decisi a portare avanti questa operazione di destabilizzazione dell'area mediorientale. Noi anarchici non abbiamo mai creduto alle favole del diritto e della giustizia internazionale tra stati, tutti oppressori e criminali delle "proprie" e delle "altrui" genti.
La guerra, nella sua durezza sbrigativa e cinica fatta di morti e mutilati, di sangue sparso e di carni martoriate per sempre da armamenti sempre più sofisticati, ritorna con prepotenza e arroganza a segnare la vita della Terra e dei suoi abitanti, ovunque con i medesimi effetti, ovunque con una attenzione lacunosa da parte delle diplomazie e dei media, abituati a muoversi sempre con convenienza opportunistica (basti pensare all'Etiopia che sta invadendo quel che resta della Somalia senza un minimo di attenzione da parte dei media).
La guerra, se non viene contrastata sin nelle più piccole apparizioni nella pratica sociale e politica di una nazione, e perfino nell'immaginario simbolico con cui si alimenta la disciplina di un popolo, continuer‡ a esistere per soddisfare le esigenze delle élites ricche e potenti che vogliono piegare il mondo ai loro interessi calpestando tutto ciò che ostacola il loro cammino.
Così come solidarizziamo con libanesi, vittime delle logiche belliche di terrore e di dominio, siamo altrettanto vicini ai numerosi israeliani che si oppongono alla guerra e si battono al fianco dei palestinesi contro la costruzione del muro voluto da Sharon, e denunciano pubblicamente - a rischio di essere perseguiti come traditori e collaborazionisti del nemico - che le vittime di Haifa, di Gaza e di Beirut sono tutte uguali di fronte alla disumanità della guerra. Siamo allo stesso modo al fianco dei palestinesi che lottano per la loro libertà e non ci dimentichiamo del popolo iracheno, vittima della guerra permanente scatenata dagli americani.
Chi non vuole vivere in un mondo dominato dal terrore, sia esso prodotto dalle religioni, dagli stati, dal capitalismo, dovrà rilanciare una opposizione sociale che si fondi sul rifiuto della logica militarista, che rilanci la pratica dell'internazionalismo e che promuova l'antimperialismo come criterio necessario per cancellare i progetti di morte seminati dal potere in ogni angolo del pianeta.

Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana - FAI

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