"Noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza." (E. Malatesta)
25/09/2006
Il 20 novembre del 2000 un nutrito gruppo di antirazzisti
manifestò di fronte al municipio di Torino per la chiusura del
centro di permanenza temporanea di Corso Brunelleschi. Quel giorno al
consiglio comunale la questione del CPT era all'ordine del giorno.
Mentre alcuni volantinavano all'esterno, a nove compagne e compagni,
dopo oltre un'ora di attesa, venne concesso dalla digos di godere del
diritto di assistere alla seduta del consiglio comunale. Previa
identificazione e perquisizione, i nove poterono accedere al loggiato
riservato al pubblico. Durante un'interrogazione del leghista Borghezio
gli antirazzisti aprirono uno striscione con la scritta "Chiudere i
lager, aprire le frontiere". Ricordiamo che Borghezio è lo
stesso losco figuro che spruzza il disinfettante addosso agli immigrati
su autobus e treni, lo stesso, che nel luglio di quel medesimo anno, a
capo di un manipolo di camicie verdi, diede fuoco a un ricovero per
immigrati sotto un ponte di Torino. I vigili urbani aggredirono gli
antirazzisti strappando loro lo striscione, mentre i volantini venivano
gettati oltre il loggione. L'aspro confronto che si aprì nel
consiglio comunale mentre i nove compagni vennero buttati fuori
determinòò una breve sospensione dei lavori. Qualche
giorno fa, dopo ben sei anni, i nove antirazzisti - tra loro due
aderenti alla Federazione Anarchica Torinese - FAI - sono stati
rinviati a giudizio per interruzione di pubblico servizio, e il
processo a loro carico inizierà il prossimo 11 dicembre. A
firmare questo insulso provvedimento giudiziario è il solito
Maurizio Laudi, quel pubblico ministero che ha fatto della repressione
e delle montature per stroncare ogni opposizione sociale un obiettivo
politico imprescindibile: ogni scusa è buona per criminalizzare
e trascinare nelle aule dei tribunali tutti quelli che non si piegano
alla barbarie dello stato. Si cerca di colpire per via giudiziaria chi
si batte contro i CPT, contro le leggi razziste, contro la repressione
e la devastazione ambientale. Non è un caso che la repressione
torni a colpire proprio a Torino abbattendosi anche sugli anarchici. Ci
rendiamo conto di come il Potere tema più di ogni altra cosa la
forza di chi non rinuncia ad esprimere il proprio pensiero manifestando
apertamente il proprio dissenso. Chi lotta contro ingiustizie e abusi,
chi ha scelto di battersi ogni giorno per la libertà di ogni
individuo e per una società fondata sull'autogestione e la
solidarietà entra automaticamente nel mirino della repressione
anche con i motivi più pretestuosi. Esprimiamo massima
solidarietà alle compagne e ai compagni torinesi colpiti dalla
repressione convinti del fatto che l'unica risposta possibile è
continuare a lottare coinvolgendo tutta la società e
smascherando apertamente i tentativi che le istituzioni attuano per
spegnere le lotte e le rivendicazioni per un mondo più equo,
più giusto e più vivibile.
Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana - FAI
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