Comunicato diffuso dalla Commissione di
Corrispondenza della Federazione
Anarchica Italiana
GIUSTIZIA DI STATO
La sentenza del 13 novembre 2008 con la quale i giudici della prima
sezione penale del tribunale di Genova hanno mandato assolti i vertici
della polizia, che dei pestaggi alla Diaz sono invece responsabili,
dimostra in maniera esemplare come, in un contesto di autoritarismo
crescente, anche la magistratura si avvii ad amministrare una giustizia
di regime. Di fatto, questa sentenza ricalca l'ordine giuridico che fu
del fascismo, per il quale i protagonisti del regime e gli uomini in
divisa che quel regime sostenevano, godevano sempre e comunque di una
sostanziale impunità. Se il presidente Gabrio Barone e i giudici
a latere Anna Leila Dellopreite e Fulvia Maggio (è bene
tramandarli, questi nomi) avessero avuto un minimo di pudore, anche
ammesso e niente affatto concesso che il capo della polizia e i suoi
diretti collaboratori non avessero progettato e attuato alcun piano,
quel presidente e quei giudici avrebbero dovuto riconoscere almeno il
reato di omissione di controllo dei vertici nei riguardi degli agenti
autori dei pestaggi. Per la stessa giurisdizione militare (e non solo)
ogni comandante, infatti, risponde in solido dei reati commessi dai
propri sottoposti. In continuità con la sentenza emessa per i
fatti della caserma di Bolzaneto (dove - ricordiamolo - furono compiute
vere e proprie torture fisiche e morali a danno di manifestanti del
tutto inermi), il tribunale di Genova anche questa volta copre
spregiudicatamente i delitti che lo stato e i suoi servi compiono nei
confronti dei cittadini, riaffermando in tal modo il principio di una
giustizia che, mentre colpisce con durezza estrema chi contrasti il
potere, assolve i carnefici che quel potere garantiscono. Ma le
immagini, riproposte dalle televisioni di tutto il mondo, di quei due
poliziotti che portano all'interno della scuola Diaz due molotov per
giustificare l'uso della loro violenza brutale - un modus operandi
ricorrente delle cosiddette forze dell'ordine dai tempi di Scelba a
quelli di Cossiga e di Scajola - quelle immagini, insieme con le altre
delle vittime insanguinate, nessun giudice di regime potrà
sottrarle alla memoria di quanti si oppongono, come del resto si sono
opposti, a tutte le stragi perpetrate dallo stato in Italia e alle
menzogne con le quali si è tentato di occultarle.
Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana - FAI
Palermo, 14/11/2008
cdc@federazioneanarchica.org
www.federazioneanarchica.org
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