Mozioni e documenti della Federazione
Anarchica Italiana
Mozioni approvate dal Convegno nazionale della FAI, Milano 22-23 marzo 2014
Antimilitarismo
Le compagne e i compagni della Federazione Anarchica Italiana riuniti
in convegno a Milano il 23 marzo 2014, riaffermando come prioritario
l'impegno antimilitarista già discusso al XXVIII congresso di
Carrara ritengono importante articolare nei prossimi mesi l'intervento
della FAI attorno alle seguenti questioni:
- sostegno alla lotta contro gli F35 e gli EuroFighter e ogni altro
progetto di riarmo e e ammodernamento dell'arsenale bellico. In
particolare occorre ribadire una chiara posizione antimilitarista a
fronte di un generico pacifismo o peggio ancora a ipotesi di riarmo a
carattere europeo. Su questo tema si svolgeranno delle iniziative in
Piemonte da parte di varie realtà anarchiche fra il 31 maggio e
il 2 giugno. Proprio la data del 2 giugno può essere
un'occasione per rendere visibili le nostre posizioni;
- sostegno alle iniziative che si svolgeranno per l'anniversario della
settimana rossa e in particolare quelle previste per il 6-7-8 giugno ad
Ancona;
- promozione di iniziative e materiali a carattere locale e nazionale
contro le celebrazioni nazionaliste e patriottiche del centenario del
primo conflitto mondiale, celebrazioni per le quali sono stati
già stanziati milioni di euro di soldi pubblici. Le celebrazioni
attorno alla data del 4 novembre possono essere un'ulteriore occasione
in questo senso.
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22 Marzo 2014 Convegno sul Mondo del lavoro
Lo scorso 22 marzo si è tenuto a Milano il Convegno sul
mondo del lavoro indetto dalla CdC della FAI al quale ha partecipato un
buon numero di compagne e compagni sia federati che aderenti
all'USI-AIT e ad altri sindacati di base o semplici lavoratori.
Come primo passo è stata data la parola ai singoli gruppi che
hanno ampiamente illustrato quale sia il loro intervento nel campo del
lavoro e nel sociale. Questo ci ha consentito di verificare che le/i
militanti della FAI – quale che sia il loro ambito lavorativo – sono
fortemente impegnati nella difesa dei diritti sindacali e,
più in generale, dei diritti dei ceti popolari.
Successivamente, anche con l'intervento dei compagni non aderenti alla
Federazione, sono stati affrontati i temi più scottanti del
momento, spaziando dalle "riforme" che il governo Renzi intende portare
avanti per rendere i lavoratori sempre più alla mercé dei
loro padroni, passando in seguito ad esaminare quale sia la
verità sul cosiddetto "bonus fiscale" che il governo ha promesso
a lavoro dipendente.
Il dibattito ha poi affrontato con vari interventi il tema generale
della crisi economica nel nostro paese e quale sia la capacità o
la incapacità di risposta dei lavoratori di fronte all'attacco
frontale sferrato nei loro confronti.
In breve, si è trattato di una intera giornata densa di
contenuti che verranno ulteriormente affrontati nel prossimo futuro in
un numero speciale di Bel-lavoro, che dovrebbe uscire in occasione del
Primo Maggio, e nel corso di un prossimo convegno che dovrebbe tenersi
alla fine di settembre.
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Liberi di lottare
I compagni e le compagne della Federazione Anarchica Italiana riuniti
in convegno il 23 marzo a Milano ritengono molto positiva la risposta
all'appello del movimento No Tav per la giornata di lotta e
solidarietà dello scorso 22 febbraio. Quella giornata ha
rappresentato una tappa importante della campagna per i quattro
attivisti No Tav accusati di "attentato con finalità di
terrorismo" per un'azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte del 14
maggio dello scorso anno.
Le piazze del 22 febbraio sono la rappresentazione migliore del
fallimento delle strategie del governo, dei media, della magistratura.
Hanno fallito se speravano di seminare la paura, di provocare spaccature, di indurre alla rassegnazione.
L'utilizzo di una fattispecie di reato che colpisce quattro attivisti per ammonirne cento, ha prodotto un effetto boomerang.
Di fronte alla criminalità di una classe politica che
sistematicamente depreda le risorse pubbliche per fini del tutto
privati, di fronte a chi non esita ad avvelenare la terra e chi ci
vive, di fronte a chi saccheggia e devasta, a chi abbandona al degrado
le scuole e i treni locali, a chi risparmia sulla nostra salute per
arricchirsi, è chiaro chi sono i terroristi. Siedono nei
consigli di amministrazione delle tante ditte che lucrano sulle grandi
opere inutili e dannose, siedono sui banchi del governo di turno,
siedono sugli scranni dei giudici e sulle poltrone del Procuratori
della Repubblica. Sempre più persone sanno che di fronte alla
criminalità del potere, non basta la testimonianza, occorre
mettersi in mezzo, agire concretamente per inceppare il dispositivo
disciplinare nel quale stringono interi territori.
Non era un esito scontato. Chi in questi tre anni ha spinto sul pedale
che accelera la repressione, chi rende sempre più dura
l'occupazione militare, chi ricatta la materialità stessa delle
nostre vite, sperava che un simile dispiegamento di violenza fermasse
le lotte.
In valle, ma non solo in valle, i vari governi hanno sperato che questi
lunghi e difficili anni di lotta spaccassero il movimento, rompessero
quell'unità nella diversità che ne ha cementato la forza.
Le piazze del 22 febbraio sono la dimostrazione di quanto si sbagliassero.
Sempre più gente comune vorrebbe più giustizia sociale e
più libertà politica, e, pur senza essere rivoluzionaria,
considera le pratiche più radicali una risposta necessaria alla
violenza di Stato, all'occupazione militare, alla ferocia nei confronti
di chi resiste.
I compagni e le compagne della FAI si sono impegnati nella campagna di
lotta, contribuendo nelle varie località alla riuscita di quella
giornata del 22 febbraio, nello spirito dell'unione delle lotte, della
costruzione di un percorso contro la repressione che colga l'ampia
portata di un attacco ai movimenti di opposizione sociale.
L'operazione messa in piedi dalla Procura di Torino mira a far passare
il principio che ragion di Stato e il bene pubblico coincidono. Se
passerà nelle aule di tribunale che chi si oppone ad una
decisione dello Stato è un terrorista, sarà un segnale di
ulteriore incrudimento delle pressione disciplinare nei confronti dei
movimenti.
Un potere assoluto, sciolto da ogni vincolo di rappresentanza,
foss'anche nella forma debole della democrazia delegata, prova a
chiudere la partita nelle aule di tribunale.
Ne va della libertà di tutti. Persino della libertà di pensare ed agire secondo i propri convincimenti.
La ragion di Stato diviene il cardine che spiega e giustifica, il perno
su cui si regge il discorso pubblico. La narrazione della Procura si
specchia in quella offerta dai vari governi, negando spazio al dissenso.
Non potrebbe essere altrimenti. Le idee che attraversano il movimento
No Tav sono diventate sovversive quando i vari governi hanno compreso
che non c'era margine di mediazione, che una popolazione insuscettibile
di ravvedimento, avrebbe continuato a mettersi di mezzo.
Valutiamo quindi di estrema importanza che la campagna per smontare il
dispositivo repressivo e per la liberazione dei No Tav accusati di
terrorismo, vada avanti e ci impegniamo a continuare nel percorso di
informazione e lotta intrapreso.
Il 14 maggio comincerà il processo contro i quattro attivisti.
Parteciperemo attivamente alla costruzione e promozione della
manifestazione che il movimento No Tav sta preparando per il 10 maggio
a Torino.
Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò liberi!
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