"Noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza." (E. Malatesta)

Comunicato diffuso dalla Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana


Solidarietà agli attivisti dell'assemblea antirazzista colpiti dalla repressione di Stato

Il 23 luglio 2015 il tribunale di Torino ha emesso la sentenza del secondo processo contro 57 attivi­sti dell'assemblea antirazzista torinese per le lotte del 2008/2009 condannandone 31 a pene tra i sei mesi e i tre anni e mezzo. Tra loro anche due militanti della Federazione Anarchica Torinese condannati, rispettivamente, ad un anno e sei mesi Maria, ad undici mesi Emilio. Il primo processo si era concluso con la sentenza dello scorso 13 aprile con condanne tra i tre e i cinque mesi per cinque attivisti e 27.250 euro di multa per altri 27 antirazzisti .

I 67 attivisti coinvolti nei due processi sono stati praticamente condannati per iniziative di lotta sul territorio, per i volantini ed i manifesti sulla barbarie del potere sia centrale che locale contro i reclusi nei CIE. Sono stati insomma condannati per avere stimolato e messo in pratica idee di libertà.

Queste due sentenze mettono completamente a nudo la farsa dei regimi democratici, farsa di cui il governo italiano è un emblema: da un lato ciancia contro il razzismo dall'altro lascia campo libero alla politica razzista di Lega, fascisti, agli attacchi contro i profughi di guerra, rom e immigrati. Il governo Renzi è in prima fila nel blocco navale dell'UE di fronte alle coste libiche, mentre i ricatti di legge contro i lavoratori immigrati strangolati dall'inscindibilità del contratto di lavoro dal permesso di soggiorno segnano i nostri tempi.

Le lotte degli antirazzisti, condannati dal tribunale di Torino sono state spinte dall'urgenza di porre fine alla lotta dei poveri contro i poveri e di inchiodare padroni, governi e chiese sulle lacrime di coccodrillo che versano sugli immigrati sepolti in mare e sul mercimonio sempre in atto sugli uomini e donne carcerati nei CIE.

Oggi questa urgenza è diventata ancora più forte e non sarà di certo la repressione dei tribunali a fermare lotte, oggi più vive che mai.

Riportiamo di seguito parte della rivendicazione letta in tribunale dai nostri compagni Maria e Emilio:

“Chi resta ai margini, chi non resiste non dica domani che non sapeva, non dica che non voleva. Quando qualcuno ci chiederà dove eravamo quando bruciavano le baracche dei rom, quando la gente moriva in mare, quando i lavoratori immigrati erano poco più che schiavi, vorremmo poter rispondere che eravamo lì, tra gli altri, per metterci di mezzo, perché abbiamo sentito il suono della campana e abbiamo saputo che suonava per noi. Non c'è più tempo. Se non ora, quando? Se non io, chi per me? Chi non ferma la barbarie ne è complice.”

La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana esprime piena solidarietà a tutti gli attivisti dell'assemblea antirazzista colpiti dalla repressione di Stato.

La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana





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