"Noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza." (E. Malatesta)
Il Convegno Nazionale della Federazione Anarchica Italiana, riunito a Trieste i giorni 22 e 23
settembre 2018, visto l'appello del Coordinamento Libertario Regionale del Friuli Venezia Giulia,
aderisce alla manifestazione che si terrà il 3 novembre 2018 a Gorizia, ed invita tutte le realtà
federate ad impegnarsi per la sua riuscita.
L'antimilitarismo è da sempre uno dei terreni di lotta del movimento anarchico. Oggi come ieri,
di fronte al massacro della Prima Guerra Mondiale, la lotta contro la guerra si salda alla lotta
per la trasformazione sociale.
Gli scenari di guerra si stanno moltiplicando. In Libia c'è una guerra in corso, in cui il governo
italiano è pienamente coinvolto: nel paese sono già presenti, considerando solo le cifre ufficiali
della missione militare MIASIT, 400 unità delle forze armate italiane. Intanto, la diplomazia sta
organizzando a Roma una Conferenza internazionale per decidere il futuro del paese. L'intervento
militare italiano non si limita alla Libia, ma si estende a vari paesi africani, all'Iraq, Afghanistan,
Oceano Indiano e ad altre missioni. Un impegno in continuità con i governi precedenti e coerente con
le alleanze internazionali.
Come sempre il peso economico di queste politiche guerrafondaie si scarica sulla collettività:
gran parte della manovra prevista da oltre trenta miliardi sarà destinata all'aumento delle spese
militari. Il governo, infatti, rispetterà gli impegni assunti con la NATO dai governi precedenti,
che prevedono di portare la spesa per gli armamenti al 2% del prodotto interno lordo, 24 miliardi
che si aggiungono agli attuali 16 miliardi di euro.
A fronte di questo impoverimento crescono i profitti del settore militare. L'Italia è al nono posto
per quantità di armi esportate fra tutti i paesi del mondo, ed è al quinto posto fra i produttori europei.
La Federazione Anarchica Italiana rifiuta qualsiasi scambio tra il lavoro in Italia e la distruzione e
la morte all'estero; denuncia inoltre il fatto che la produzione di armi porta ricchezza solo a pochi
privilegiati. Le produzioni belliche, assorbendo materie prime, mezzi di produzione e forza lavoro,
sottraggono risorse alla produzione di beni e servizi, peggiorando quindi la condizione degli
sfruttati nel loro complesso.
La guerra e il militarismo in generale sono un terreno di coltura del maschilismo, sia per l'ideologia
gerarchica e autoritaria che li caratterizza, sia come pratica di sopraffazione e violenza, anche sessuale.
Basta pensare agli stupri come arma di guerra, teorizzati negli uffici studi degli stati maggiori, ma anche
agli atti di violenza e ai femminicidi, che vedono protagonisti in alta percentuale uomini in divisa.
La logica militarista fa della donna un campo di battaglia, territorio di conquista, dominio e potere.
Il delirio militarista si manifesta anche con le recenti proposte di legge sul ripristino della leva obbligatoria,
come quella già votata dalla Regione Veneto, e quella che si appresta ad essere votata dalla Regione
Friuli Venezia Giulia. Aldilà di qualsiasi propaganda, ribadiamo che le Forze Armate non hanno mai avuto
né mai avranno un ruolo educativo.
Le anarchiche e gli anarchici della F.A.I. ribadiscono la loro opposizione al militarismo, e invitano a partecipare alla manifestazione antimilitarista del 3 novembre 2018 a Gorizia.
Per fermare la militarizzazione della società
per eliminare le spese militari
per chiudere le fabbriche di morte
per un mondo senza patrie e senza frontiere
Il governo in carica sta portando avanti in continuità coi precedenti politiche di chiaro stampo
razzista e xenofobo. I respingimenti in mare, la chiusura pressoché totale di ogni canale di
ingresso legale, il restringimento del diritto di asilo e l'apertura di nuovi centri per il
rimpatrio (CPR) sono i segni più evidenti di una guerra contro gli immigrati che va avanti
da anni e che sta raggiungendo il suo culmine in questi ultimi mesi. Questi provvedimenti vanno
ulteriormente ad alimentare un razzismo diffuso che attraversa tutto il corpo sociale.
Mai come oggi l'immigrato funge da capro espiatorio per un malessere sociale che va crescendo
ma che raramente riesce ad indirizzarsi contro i veri responsabili del disastro sociale in cui viviamo.
Contro queste politiche si stanno sviluppando movimenti di base che cercano di inceppare concretamente
le espulsioni e i respingimenti alle frontiere portando solidarietà concreta ai migranti in viaggio.
Dalla frontiera italo-francese fino a quella con la Slovenia e alle coste del sud Italia gli antirazzisti
e le antirazziste si stanno impegnando scontrandosi spesso con la repressione statale.
In varie città si stanno formando reti di lotta per impedire la costruzione dei nuovi lager chiamati CPR.
Anche le lotte portate avanti direttamente dai migranti e dalle migranti si stanno ampliando e radicalizzando
in vari territori combattendo direttamente il racket del caporalato e altre forme di sfruttamento nonché
lottando all'interno nei CPR.
Gli anarchici e le anarchiche della FAI sono impegnati attivamente in questi movimenti e riaffermano la loro
volontà di abbattere ogni confine e ogni stato, unica possibilità per arrivare a un mondo in cui la libertà
di circolazione sia una possibilità reale per tutti e tutte.
I compagni e le compagne della Federazione Anarchica Italiana riuniti in Convegno il 22-23 settembre
a Trieste esprimono il loro appoggio alle lotte di lavoratori e lavoratrici a partire dallo sciopero
generale del 26 ottobre, importante momento di un più generale piano di lotta contro le politiche di
attacco alle condizioni di vita delle sfruttate e degli sfruttati che questo governo sta attuando
in continuità con i precedenti.
L'attuale compagine governativa con le sue politiche repressive, classiste, sessiste, razziste e
nazionaliste, è espressione della classe dominante e accentua, in particolare, l'attacco ai lavoratori
ed alle lavoratrici immigrati per mantenere ampi settori di popolazione in uno stato di completa
ricattabilità sul posto di lavoro (e non solo).
In questo solco si situa la decisione di mantenere aperto, senza nessun piano di riconversione,
lo stabilimento ILVA di Taranto, su cui, pure, il Movimento 5 Stelle aveva speso ampie promesse
per ottenere i voti della popolazione tarantina, massacrata da decenni di inquinamento e di ricatti.
Si dimostra perciò, ancora una volta, che le promesse elettorali dei politicanti non potranno mai
sostituire la lotta e l'azione diretta dei proletari.
Allo stesso modo sulle grandi opere si sta assistendo a un completo, ma previsto, voltafaccia da
parte dei pentastellati. Fummo facili profeti: questo partito ha dimostrato nelle sue varie esperienze
di amministrazione locale il suo essere completamente prono alle logiche del profitto.
Gli unici che beneficeranno delle politiche governative, in linea con quanto auspicato dall'Unione Europea,
saranno i ricchi ed i ricchissimi con la defiscalizzazione e la flat tax, misure fortemente volute dalla Lega.
Con la “circolare sgomberi” e il “decreto sicurezza” si attacca il basilare bisogno della casa.
Il ministro dell'interno Matteo Salvini ha dichiarato che “la proprietà è sacra” con tutte le conseguenze
che questo comporta: decine di migliaia di persone in mezzo alla strada e fabbricati pronti alla speculazione.
Un attacco a chi ha già subito i peggiori effetti della crisi negli scorsi anni ed a tante esperienze
di occupazioni autogestite.
Il Convegno esprime, infine, solidarietà alle compagne e ai compagni del Laboratorio Anarchico Perla Nera
di Alessandria sotto minaccia di sgombero da parte della proprietà della struttura, Ferrovie dello Stato,
che avevano lasciato in abbandono lo stabile per decenni.
Il Convegno Nazionale della Federazione Anarchica Italiana, convocato a Trieste i giorni 22 e 23 settembre 2018 esprime la propria solidarietà a Turi Vaccaro, imprigionato per la sua attività pacifista e antimilitarista. Invita le realtà federate ad impegnarsi per la sua liberazione.
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