"Noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza." (E. Malatesta)
Il 19 luglio 1936 le sirene delle fabbriche di Barcellona non
suonano per l'inizio del turno. È il segnale concordato dei
comitati di fabbrica della Confederazione Nazionale del Lavoro
(CNT) per l’azione dei comitati di difesa della Confederazione.
L'esercito fascista, dopo aver neutralizzato il governo della
Catalogna (che si era rifiutato di fornire armi alla CNT), invade
la città. CNT, FAI e Gioventù Libertaria hanno già organizzato la
difesa sociale e di classe, espropriando armi, che vengono
distribuite al proletariato organizzato. I rivoluzionari e le
rivoluzionarie della CNT-FAI, grazie alle informazioni raccolte
sull’imminente attacco alla città da parte dell'esercito fascista,
costruiscono barricate e si preparano alla controffensiva. In
tutta la Spagna, là dove il popolo segue le indicazioni della CNT
e della FAI armandosi e negando fiducia alle istituzioni statali,
il pronunciamiento dei generali viene sconfitto. In tre anni di
guerra civile, le uniche vittorie della repubblica (liberazione
dell'Aragona, liberazione di Teruel) vedono il contributo decisivo
delle milizie confederali.
Le comuni operaie e agrarie sono diventate una realtà, CNT e FAI
hanno agito ciò che da quel momento non sarà più inconcepibile.
L'emancipazione sociale e di classe, una società di comunità
federate, il mondo del comunismo libertario non sono solo le idee
più belle, sono fatti realizzati in Spagna dal popolo in armi
durante la Rivoluzione.
Oggi, 85 anni dopo la Rivoluzione Sociale in Spagna, il sistema
che è fallito politicamente, ideologicamente, moralmente ed
economicamente, non avendo altro da promettere se non guerre,
esclusione e impoverimento, si prepara alla prospettiva di una
forte espressione del malcontento sociale generalizzato, sia a
livello locale che internazionale. Questo è un periodo in cui gli
stati e la classe padronale cercano ferocemente di imporre alla
maggioranza della società la loro narrazione sulla "fine della
storia". Si sforzano di convincerci in ogni modo possibile che non
c'è altra alternativa per le società umane se non quella in cui la
grande maggioranza sociale sarà costretta a vivere stigmatizzata
da povertà, stenti, malattie, guerre e distruzione. La macchina
statale e capitalista intensifica la disuguaglianza, la
repressione e lo sfruttamento, mentre la mortale pandemia di
covid-19 che opera come acceleratore della crisi sistemica viene
utilizzata per intensificare questo attacco generalizzato contro
la società e la sua resistenza.
Le autorità stanno conducendo questo attacco su vasta scala con
l'obiettivo di controllare le società umane, imporre loro un
potere assoluto, depredare la natura e tutte le sue risorse. Dalla
Siria agli Stati Uniti, da Istanbul all'Europa occidentale e al
Sud America, i capi politici ed economici hanno preso di mira
sfruttati e repressi, prefigurando ancora più repressione,
saccheggio e morte.
Contro l'attacco statale e capitalista, la resistenza sociale e di
classe dal basso emerge e alza barricate in ogni angolo della
terra. Dalle manifestazioni, alle forme di lotta auto-organizzate
e non mediate, agli scioperi, alle occupazioni e agli scontri con
le forze repressive dei padroni politici ed economici alle
rivolte, che mandano il messaggio di resistenza costante e alle
Rivoluzioni che continuano a ricordarci che la storia non è
finita, che è possibile la creazione di un'altra società in cui
non ci sarà sfruttamento di un essere umano da parte di un altro.
Queste lotte formano il mosaico della resistenza, tengono il filo
dell'idea di emancipazione sociale nel tempo e preparano il
terreno per la rivoluzione sociale globale.
Solidarietà con le comunità zapatiste e le comunità ribelli del
Chiapas, che dopo la rivolta del 1994 stanno costruendo la loro
autonomia, pur essendo sotto continui attacchi statali e
parastatali che hanno portato anche all'omicidio di Simón Pedro
Pérez López, membro del Congresso Nazionale Indigeno (CNI ) e
membro della società civile Las Abejas di Acteal, eseguito da
paramilitari legati alle mafie della droga.
Solidarietà con chi lotta in Cile, con i prigionieri politici
arrestati per la loro attività durante i mesi di rivolta di
quest’ultimo anno e con le comunità indigene dei Mapuche, che
combattono contro l’esproprio delle loro terre e affrontato la
violenza repressiva dello stato cileno, l’ultimo è l’omicidio il
10 luglio da parte dei Carabineros di Pablo Marchant un uomo 29
anni della comunità mapuche del comune di Carahue, nella regione
di La Araucanía.
Solidarietà alla popolazione colombiana in rivolta, che dal 28
aprile continua a combattere per le strade, nonostante le violenze
omicide di stato, le torture, gli arresti, le sparatorie e gli
stupri contro i manifestanti e le manifestanti.
Solidarietà alla lotta palestinese contro lo stato razzista di
Israele e l'apartheid moderno che è imposto attraverso i violenti
attacchi delle forze repressive statali contro la popolazione, le
operazioni di espulsione dalle loro terre, l'embargo a Gaza, il
muro che è stato costruito intorno ad esso, la repressione da
parte delle stesse autorità che governano i territori palestinesi,
la mancanza di beni di prima necessità e di assistenza sanitaria,
le postazioni militari, gli arresti, le torture, gli omicidi da
parte dei cecchini e i bombardamenti.
Solidarietà con la popolazione del Myanmar che si è ribellata al
golpe militare del 1° febbraio e, nonostante le centinaia di morti
e feriti, resiste con scioperi e manifestazioni, con la
combattività delle milizie create per l'autodifesa contro la
repressione e de@ anarchic@ attiv@ in prima linea negli scontri
sociali.
Solidarietà a@ anarchic@ colpit@ dalla repressione anche per la
loro partecipazione a movimenti di lotta, in Bielorussia, in
Grecia, in Myanmar, in Cile, Colombia, Venezuela, Cuba e in molti
altri paesi del mondo.
Solidarietà al Rojava, dove la popolazione in rivolta si batte per
il confederalismo democratico e non per la formazione di uno
Stato-nazione che sostituisse la repressione preesistente con una
nuova forma di oppressione, nello stesso giorno della Rivoluzione
Spagnola, dopo 76 anni. Mettendo al centro l'ecologia e
l'emancipazione della donna e creando un'identità multiculturale,
riunisce curdi, arabi, assiri e altre popolazioni. Costruisce
strutture di organizzazione sociale e di autodifesa contro gli
attacchi statali, capitalisti e fascisti. Resiste alle continue
operazioni di guerra e alle invasioni militari dello stato turco.
Solidarietà con i popoli indigeni delle Americhe che stanno ancora
lottando contro l’esproprio delle loro terre da parte degli Stati,
per essere sfruttate dal capitale, dal Nord America e dal Canada,
al Messico, Brasile, Argentina e Cile, nonostante le persecuzioni,
gli imprigionamenti e gli omicidi.
GLI STATI CHE COMBATTONO LA POPOLAZIONE SARANNO SCONFITTI
ORGANIZZAZIONE E LOTTA PER LA RIVOLUZIONE SOCIALE GLOBALE
Anarchist Political Organization-Federation of Collectives (APO-
Greece)
Revolutionary Anarchist Federation (DAF- Turkey)
Federazione Anarchica Italiana- Commissione relazioni
internazionali (FAI – Italy)
web-fai@federazioneanarchica.org