"Noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza." (E.Malatesta)
Fermiamo il riarmo. Smantelliamo gli eserciti. Antimilitarismo sempre.
Il mondo precipita sempre più nella devastazione della guerra. Gli stati dell'Unione Europea hanno avviato piani di riarmo per dotarsi di mezzi pesanti, armamenti e scorte di munizioni. In parallelo si preparano ad aumentare le file degli eserciti, cercando di arruolare le giovani generazioni propagandando l'ideologia militarista nelle scuole e nella società, presentando la carriera militare come una alternativa alla disoccupazione e alla precarietà, reintroducendo il servizio militare nei paesi in cui era stato abolito o sospeso. Ad inizio maggio lo stato di Israele ha avviato una nuova fase della guerra genocida su Gaza, che ha come obiettivi dichiarati la deportazione di massa e l'occupazione, mentre si inasprisce la morsa militare sulla Cisgiordania. In quegli stessi giorni il conflitto esploso tra India e Pakistan ha portato allo scontro diretto tra due stati nucleari. Il governo nazionalista, autoritario e razzista di Modi ha il sostegno, oltre che degli USA, anche dell'Italia che intrattiene con l'India un commercio di armi di cui profittano i padroni dell'industria bellica. Intanto, nonostante la retorica dei governanti, continua da oltre tre anni il massacro della guerra russo-ucraina. L'Italia è parte di questo conflitto schierando truppe, mezzi ed aerei in Europa orientale. Il governo italiano ha confermato recentemente queste missioni, disponendo anche un importante contingente militare per l'intervento rapido, pronto a essere impiegato a discrezione dell'esecutivo. L'aumento delle spese militari a livello globale avrà un impatto sul mercato finanziario e provocherà la rarefazione dei capitali disponibili per le cosiddette politiche di sviluppo nei paesi più poveri, creerà inoltre una crisi debitoria che darà gravissime conseguenze, determinando tagli ai servizi e ai salari. Anche i fondi pensione investono nell'industria delle armi, ciò è un chiaro esempio dell'impatto che tutto questo ha sulle nostre vite. I servizi di intelligence di vari paesi europei continuano a lanciare l'allarme di un attacco della Russia all'UE entro il 2030. Questi annunci contribuiscono in maniera significativa ad abituarci alla prospettiva della guerra, per far accettare più facilmente alle classi popolari i tagli conseguenti all'aumento delle spese militari. Di fronte all'escalation bellica occorre moltiplicare l'impegno antimilitarista, contro tutti gli eserciti, contro l'industria bellica, contro tutti gli imperialismi e i nazionalismi. In questa prospettiva è importante rafforzare le reti di solidarietà attiva a livello internazionale, e sostenere chi, su ogni fronte, diserta o comunque rifiuta di partecipare ai massacri. Nelle prossime settimane sarà importante partecipare allo spezzone libertario della manifestazione del 31 maggio a La Spezia contro l'industria bellica, e promuovere iniziative antimilitariste in tutti i territori, a cominciare dalla giornata di lotta del 2 giugno lanciata dall'Assemblea Antimilitarista e dalle giornate d'azione contro la NATO lanciate dall'IFA dal 24 al 26 giugno in contemporanea con il vertice della NATO all'Aia.
I compagni e le compagne della FAI riunit* in convegno nazionale a Massenzatico
A seguire appello IFA.
Il vertice della NATO del 2025 si terrà al Forum Mondiale dell’Aia, nei Paesi Bassi, dal 24 al 26 giugno. Mentre la macchina da guerra raduna migliaia di delegati dai suoi 32 Stati membri per orchestrare la prossima grande ondata di espansione militare, non possiamo restare in silenzio. Dobbiamo innalzare una bandiera di sfida e resistenza. La NATO non esiste per proteggerci. Serve gli interessi degli stati, delle corporazioni e dei pochi a spese dei molti. Lo Stato e la NATO, o qualsiasi altra alleanza militare multinazionale, non ci portano la sicurezza, ci portano il controllo cercando solo la nostra obbedienza, la nostra conformità e la nostra capitolazione. Che si tratti dell’endemica violenza della polizia nelle nostre comunità o dei campi di battaglia insanguinati dell’Ucraina e degli oceani di rovine di Gaza, abbiamo un unico nemico: il capitalismo e lo stato. Sin dalla sua nascita nel 1947, la NATO ha agito solo come esecutrice della violenza imperialista, strumento di repressione e motore di guerra. Non protegge la pace. È il nostro nemico di classe e una minaccia diretta alla vita e al benessere di ognuno di noi. La nostra lotta non è tra le nazioni, è contro la classe dominante a cui tutt* resistiamo. Questo continua a essere vero, anche durante la brutale realtà della guerra. Con il pretesto della sicurezza europea e nazionale, i governi della NATO stanno incanalando miliardi nei bilanci militari, tagliando i servizi sociali vitali. Mentre costruiscono eserciti, ci lasciano a combattere per la sopravvivenza. Impongono l’austerità mentre accumulano risorse per la guerra. Loro costruiscono eserciti mentre noi lottiamo per l’assistenza sanitaria, la casa e la dignità di base. Li osserviamo ogni giorno mentre si rivolgono sempre più alle prossime generazioni e le preparano a prendere le armi, private di ogni opportunità, non vedendo altra scelta che arruolarsi per diventare carne da cannone in conflitti non creati da loro, vendute all’avventura, alla falsa fraternità e al patriottismo. Quando i coscritti ritornano, mutilati e spezzati, vengono messi da parte, utili solo come simboli per vuote parate. Nei loro paramenti militari, mostrano alla luce del giorno che la propaganda non finisce mai. Facciamo appello a* anarchic*, a* antiautoritar* e a tutt* coloro che si oppongono alla guerra a riunirsi, a organizzarsi e a resistere al militarismo. La NATO e i suoi signori della guerra si incontreranno, ma lo faremo anche noi. Scenderemo in strada. Disturberemo le loro dimostrazioni di potere. Creeremo reti di solidarietà e ci opporremo direttamente alle loro guerre, alla loro polizia militarizzata e alla loro repressione dei nostri movimenti. Noi anarchic* lottiamo per un mondo senza frontiere, senza stati e senza eserciti che sostengono il loro dominio. Facciamo appello alla solidarietà internazionale contro la NATO e ogni manifestazione di oppressione militarizzata, che si tratti dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), della Peninsula Shield Force (PSF), dell’Alleanza degli Stati del Sahel (AES), del Piano ReArm Europe 2030 o di qualsiasi altro patto o esercito cosiddetto di “sicurezza collettiva”. In ogni caso, servono allo stesso scopo: sostenere il dominio attraverso la forza, perpetuare la sofferenza in tutto il mondo. Le armi che usano oggi per assicurarsi le risorse, saranno rivolte contro di noi domani. Chiediamo a tutt* l* anarchic*, antiautoritar* e antimilitaristi di agire in questi giorni all’Aia e in tutto il mondo in solidarietà internazionale. Lasciamo che le specifiche dei nostri piani crescano insieme. Organizzatevi insieme e preparate le nostre azioni, insieme faremo loro sapere: rifiutiamo le false scelte del nazionalismo. Rifiutiamo la falsa idea che la NATO sia lì per proteggere. Rifiutiamo la brutalità del loro militarismo e le dottrine marziali della guerra. Respingiamo le loro proposte di bilancio che affameranno le casse della classe operaia e sosteniamo le vittime e i disertori di tutte le guerre.
Nessuna guerra tra i popoli, nessuna pace tra le classi. Commissione di Relazioni dell’Internazionale delle Federazioni Anarchiche
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