"Noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza." (E. Malatesta)

Comunicato diffuso dalla Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana


GUERRE SINISTRE

Per fare un po' di chiarezza e uscire dal polverone di parole e promesse
pronunciate dal nuovo governo in materia di politica estera è sufficiente
leggere le gazzette ufficiali, i resoconti dei consessi internazionali
e qualche agenzia di stampa.
Con buona pace – è il caso di dirlo – del movimento contro la guerra e
di buona parte dell'opinione pubblica, il governo Prodi è pronto a continuare
senza batter ciglio l'avventura militarista in Afghanistan nell'ambito
della missione Isaf-Nato (già iniziata con Enduring Freedom) che in cinque
anni ha devastato un paese, ha rinvigorito le gerarchie e i poteri forti
locali (talebani e non solo), e ha dato un ottimo impulso alle produzioni
di oppio che serve a fare l'eroina e far ingrassare le nostre mafie e
quelle di tutto il mondo.
Niente male, per una coalizione che da anni ammazza le persone con la
giustificazione di stanare i terroristi ed esportare democrazia e legalità
a suon di bombe.
Più o meno i giochi sono fatti dallo scorso febbraio, e il passaggio di
testimone fra Centrodestra e Centrosinistra sarà del tutto indolore: più
di 136milioni e mezzo di euro (denaro pubblico) saranno dilapidati per
proseguire la missione in Afghanistan nella quale l'Italia rivestirà un
ruolo primario, così come deciso diversi mesi fa. Una cifra che conferma
una precisa volontà politica di continuare uno sforzo bellico che coinvolge
proprio tutti – esercito,  marina, aeronautica e carabinieri – e che potrebbe
addirittura concretizzarsi in un aumento di soldati presenti sul posto.
E, ben inteso, sarà adottato il codice penale militare di guerra. Se
a tutto questo aggiungiamo la presenza militare italiana nel golfo persico
e nel mediterraneo – più di 25milioni e mezzo di euro (sempre denaro pubblico)
al servizio dell'alleato americano – il quadro generale risulta molto
più schietto delle ipocrisie dei rappresentanti del governo.
Questa voglia di mostrare i muscoli coincide significativamente con l'inchiesta
sui servizi segreti nostrani, protagonisti di una storia di quotidiana
meschinità politica e istituzionale che ha mostrato quali siano le attività
coperte fatte da tutti gli stati: rapimenti, sequestri di persona, deportazioni
e torture. E, nel frattempo, la strategia repressiva e criminalizzante
fatta di provocazioni, sgomberi e arresti continua a scandire la normalità
di uno Stato che dichiara guerra a ogni opposizione sociale.
Non accettiamo lezioni di democrazia o di educazione civica da chi vìola
per professione i diritti umani e conduce guerre per aumentare il PIL
e accreditarsi sul piano internazionale.
Oggi più che mai, il movimento contro la guerra deve saper opporsi a ogni
tentativo di camuffamento e ricerca del consenso attuato dal nuovo governo:
non ci incantano le ipocrite promesse di aumento di "personale civile"
in Iraq come in Afghanistan, né crediamo a una sola parola riguardo a
progetti di ritiro delle truppe dai teatri di guerra.
Fermare la guerra è ancora possibile se si riuscirà a rilanciare una mobilitazione permanente e radicalmente antimilitarista capace di porre sul tappeto una questione fondamentale: le guerre le fanno gli stati, le classi dominanti e i poteri forti.
Rifiutare la guerra, dunque, per disertare lo stato, il suo terrorismo
e la sua miseria.

Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana – FAI

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