"Noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza." (E. Malatesta)

Mozioni e documenti della Federazione Anarchica Italiana


Mozione approvata al Convegno del 7-8 Giugno 2008 a Milano


SULLA QUESTIONE RIFIUTI IN CAMPANIA

Il Convegno della Federazione Anarchica Italiana, riunitosi a Milano nei giorni 7 e 8 giugno 2008 per discutere questioni di carattere internazionale, ritiene di non potersi esimere dal manifestare il proprio sdegno e le proprie preoccupazioni per l'evolversi della situazione in Campania.

Migliaia e migliaia di persone hanno manifestato a Chiaiano per ribadire la loro ferma opposizione alla devastazione e al saccheggio del territorio che i governi dello stato italiano hanno permesso e vorrebbero continuare riaprendo discariche stracolme o trasformando le ultime aree che ancora mantengono un minimo di integrità ecologica in siti per lo smaltimento dell'immondizia.

Le cariche, la repressione e la criminalizzazione del dissenso non hanno piegato la resistenza dei comitati popolari che hanno saputo rispondere al disprezzo mostrato dalle autorità nei confronti delle legittime istanze delle donne e degli uomini che abitano in un territorio già incredibilmente provato da decenni in cui il potere dello stato-camorra ha sfruttato l'ambiente con una gestione malavitosa dei rifiuti che, prodotti in ogni parte d'Italia, trovavano lì una possibilità di smaltimento a basso costo.

I vertici della Repubblica vogliono farci dimenticare che il disastro ambientale che si consuma in questa regione è il prodotto di una classe dirigente, di destra di centro e di sinistra, che ha speculato sulla questione rifiuti gestendo l'affare, non certo guardando alle esigenze della popolazione ma garantendo la spartizione dei fondi stanziati tanto nelle modalità legali quanto in quelle illegali in combutta con la camorra.

D'altra parte, il pieno sostegno del Partito democratico e dei suoi vertici regionali e nazionali al decreto del governo conferma la volontà di cogestire trasversalmente il potere, coprendo le inadempienze passate per disporsi a gestire il futuro.

In questo senso, può essere illuminante il recente omicidio dell'imprenditore Michele Orsi, coinvolto nello scandalo dello smaltimento dei rifiuti nei comuni del basso casertano e poi collaboratore di giustizia che, disposto, a quanto dicono gli stessi inquirenti, a vuotare il sacco sul percorso legale e illegale dei rifiuti e sulle collusioni tra le organizzazioni criminali e il potere politico a tutti i livelli, è stato lasciato senza protezione e quindi offerto alla inevitabile vendetta camorristica, forse non l'unica ad avere interesse a tappargli la bocca.

Le autorità pretendono di assolvere se stesse e contemporaneamente di criminalizzare col marchio del ribellismo egoista le lotte di chi denuncia le responsabilità del passato e non è più disponibile a subire l'aggressione e l'arroganza del potere che, svelando il vero volto criminale della democrazia parlamentare, impone il proprio dominio con la militarizzazione del territorio.

Per screditare queste lotte, il presidente del consiglio Berlusconi, presentando il decreto straordinario del governo, ha descritto uno scenario di caos, contrabbandandolo per "anarchia", che giustificherebbe l'adozione del pugno di ferro per ristabilire il disordine capitalistico e il potere dello stato. In realtà, il capo dell'attuale governo ha chiuso la campagna di propaganda iniziata mesi fa grazie alla quale, con l'ennesima situazione emergenziale indotta, si giustifica la svolta autoritaria che prevede l'individuazione di siti di interesse strategico nazionale presidiati militarmente. Con questi provvedimenti repressivi non si mira semplicemente ad accelerare la rimozione dei rifiuti dalle strade di Napoli, ma s'intende spazzar via tutte le lotte di opposizione in atto sul territorio italiano (contro il TAV, le basi militari, i siti per lo stoccaggio delle scorie e le grandi opere in genere).

Il presidente della repubblica Napolitano ha unito la sua voce a quella degli energumeni di governo, più preoccupato del decoro della città di Napoli, da ripulire ad uso e consumo del turismo, piuttosto che delle richieste di quegli uomini e di quelle donne che in Campania abitano trecentosessantacinque giorni l'anno.

La questione dei rifiuti non si risolve con l'apertura di una nuova discarica piuttosto che con la costruzione di nuovi inceneritori, ma si deve affrontare con serietà, nella consapevolezza che il problema nasce insieme alla produzione stessa delle merci, allo stile di vita dell'usa-e-getta esasperato da un consumismo che accorcia il ciclo di vita dei beni trasformandoli, appunto, sempre più velocemente in rifiuti.

È necessario, quindi, applicare il principio di riduzione alla fonte dei rifiuti, favorire il riuso dei beni, organizzare il riciclo dei materiali, avviare forme di raccolta differenziata e valutare la soluzione migliore per ciò che rimane. Anche in questo, la pratica autogestionaria si è sempre dimostrata il metodo più adeguato per la condivisione delle scelte da fare e per la gestione orizzontale dei bisogni sociali.

Questa, per quanto lunga e difficile, è la soluzione immediata per risolvere la questione dei rifiuti e liberare le popolazioni dall'incubo di questo disastro ambientale, popolazioni a cui il Convegno rinnova la propria attiva solidarietà.


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